Nell’Unione europea sono circa 359 milioni i cittadini e le cittadine che tra il 6 e il 9 giugno saranno chiamati a recarsi alle urne per eleggere i propri rappresentanti e rinnovare il Parlamento europeo.

L’Unione europea è spesso percepita come distante dai cittadini e dalle cittadine e in generale dai territori oppure è oggetto di critiche e attacchi per la sua complessità. Sono convinta invece che le elezioni del Parlamento europeo rappresentino una occasione fondamentale per far sentire la propria voce tra istanze, proposte, idee, bisogni e così dal basso migliorare l’ossatura dell’Unione europea a partire dalla governance politica.

A ogni visita sui territori ricordo ai militanti, simpatizzanti, attivisti, cittadini e cittadine al fianco del Partito Democratico e convinti europeisti, come lo sono anche io, che l’Unione europea è un progetto in divenire, un cantiere che necessita del contributo di tutte e di tutti per diventare una casa comune capace di tutelare e valorizzare i territori, a partire dal lavoro, dalla giustizia sociale e infine dai diritti e dalle libertà fondamentali alla base dei Trattati costitutivi.

Anche se sempre più spesso le elezioni europee si giocano sulla politica nazionale, e vengono vissute nel nostro Paese più come un test da parte dei governi che come una opportunità per migliorare l’Europa, sono convinta che queste elezioni siano uno spartiacque e che per questo motivo è cruciale iniziare a parlare dei temi europei e intercettare i bisogni reali dei territori perché possano sentire l’Unione europea vicina.

Quindi, il mio invito a tutte e tutti è di andare a votare l’8 e il 9 giugno 2024, perché in gioco c’è il nostro futuro e quello del progetto europeo che in 70 anni ha garantito pace, sviluppo, diritti e libertà fondamentali nonostante tutti i suoi limiti che solo le forze progressiste possono superare attraverso la promozione di una maggiore integrazione politica ed economica.

Credo che con queste elezioni si contrappongano due modelli di Europa, da una parte, il modello dei sovranisti basato sul ritorno della centralità degli Stati nazionali per cui le istituzioni europee dovrebbero contare sempre meno, dall’altra, il modello dei progressisti che vogliono più Europa, unita, coesa e in grado di “parlare a una sola voce”.

Nel mondo attuale è anacronistico e sbagliato anche solo immaginare che gli Stati nazionali, da soli, possano affrontare le grandi sfide che ci attendono.

QUANDO SI VOTA IN ITALIA

In Italia le urne saranno aperte sabato 8 giugno, tra le ore 14 e le ore 22, e domenica 9 giugno, dalle ore 7 alle ore 23.

Può votare alle Elezioni europee ogni cittadino italiano o dell’Unione europea con residenza legale in Italia o cittadino italiano residente all’estero che abbia compiuto il diciottesimo anno di età.

Per votare è necessario presentarsi al proprio seggio elettorale con la scheda elettorale (su cui è indicato il seggio stesso di riferimento) e un documento d’identità valido.

IL VOTO ALL’ESTERO E DEGLI STUDENTI FUORI SEDE

Per chi ha trasferito la propria residenza in un altro Stato membro dell’Unione Europea ed è regolarmente iscritto all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), è possibile votare presso i seggi elettorali allestiti all’estero dalle sedi diplomatico-consolari italiane del Paese di residenza. Ma quest’anno in Italia c’è un’importantissima novità che riguarda gli studenti fuori sede, cioè coloro che vivono per motivi di studio lontani dal comune di residenza, sempre però all’interno del territorio italiano.

Fino al 5 maggio, infatti, studenti e studentesse possono richiedere al proprio comune di residenza di poter votare fuori sede. La domanda può essere presentata personalmente, tramite persona delegata, via email o PEC agli indirizzi di posta elettronica indicati dal Comune. Servono l’indicazione dell’indirizzo completo del temporaneo domicilio e un indirizzo di posta elettronica. Si devono aggiungere copia di un documento di riconoscimento in corso di validità, copia della tessera elettorale, copia della certificazione o di altra documentazione attestante l’iscrizione presso un’istituzione scolastica universitaria o formativa.

Entro martedì 4 giugno 2024, il comune di temporaneo domicilio rilascerà allo studente fuori sede un’attestazione di ammissione al voto con l’indicazione del numero e dell’indirizzo della sezione presso cui votare.

COME SI VOTA

Secondo la legge elettorale europea, tutti i paesi membri devono usare un sistema elettorale proporzionale, quindi a ogni lista viene assegnato un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti.

L’Italia usa anche il voto di preferenza che dà agli elettori la possibilità di indicare – nell’ambito della lista scelta – da una a tre preferenze, purché siano di sesso diverso.

Per esprimere la preferenza, l’elettore deve indicare sotto la lista prescelta il cognome o nome e cognome del candidato o dei candidati favoriti.

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QUANTI EURODEPUTATI SI ELEGGONO?

Votiamo per eleggere un totale di 720 eurodeputati, 15 in più di quelli dell’attuale legislatura, a causa dell’aumento della popolazione europea.

I 15 nuovi seggi saranno ripartiti tra 12 paesi: due seggi aggiuntivi per Francia, Spagna e Paesi Bassi e uno ciascuno per Austria, Danimarca, Belgio, Polonia,
Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia. Ogni paese dell’Unione europea ha un numero di eurodeputati compreso tra 6 e 96.

Il nostro Paese elegge 76 europarlamentari, provenienti dalle cinque circoscrizioni elettorali (Nord Occidentale, Nord Orientale, Centrale, Meridionale, Insulare) in cui è suddiviso il territorio nazionale.