Europrogettazione, sei buone pratiche per un migliore accesso ai fondi Ue

Europrogettazione

Europrogettazione – Il 23 agosto scorso, sono intervenuta sul tema dei finanziamenti europei ed Europrogettazione per Roma Capitale. Un evento, tenutosi interamente online, rivolto alla condivisione delle migliori pratiche per accedere e vincere i bandi e i programmi messi a disposizione dall’Unione europea. Essi sono rivolti agli enti locali, compresi dunque Comuni e Regioni, oltre che ai privati: associazioni e aziende. Con l’obiettivo di aiutare i soggetti interessati ai finanziamenti europei, ho dato vita lo scorso agosto a uno Sportello dedicato.

I territori maggiormente sviluppati negli ultimi 30 anni sono quelli che in Europa sono stati in grado di intercettare le linee di innovazione europee legate ai fondi comunitari. Rispetto alla narrazione, ormai consolidata in Italia, che si focalizza esclusivamente sull’ottenimento dei fondi da Bruxelles (riducendo l’Unione Europea a poco più che un bancomat), credo che si sia fatto un enorme errore di analisi e valutazione.

L’Europrogettazione e la capacità di intercettare i fondi europei, infatti, è la conseguenza di un percorso più complesso. Non basta conoscere con qualche giorno d’anticipo un bando o il nome del capo unità della Commissione responsabile per una determinata linea di finanziamento.

 

Europrogettazione, per una governance efficace di accesso ai fondi europei

 

Uffici strutturati e presenza a Bruxelles

  • 1° PUNTO. A monte ci deve essere la costruzione di politiche e azioni realmente coincidenti con quelle europee. In questo modo i bandi comunitari saranno “naturalmente” rispondenti alle azioni che i territori vogliono mettere in atto.
  • 2° PUNTO. Gli enti locali devono dotarsi di uffici strutturati con competenze di alto livello che, se necessario, vanno anche reperite sul mercato. Inoltre, il mestiere del progettista si è evoluto nel corso degli ultimi 15 anni, così ci sono tanti progettisti ma specializzati su specifiche linee di finanziamento specifiche (PAC, Horizon, Erasmus…).
  • 3° PUNTO. La presenza attiva su Bruxelles è divenuta un elemento rilevante. Già da decenni tanti enti locali hanno degli uffici di rappresentanza molto nutriti a Bruxelles, ma dove non si fanno solo pubbliche relazioni, bensì si negoziano i finanziamenti (nel quadro dei fondi indiretti) e si costruiscono partenariati strutturati (per i fondi diretti).

 

Europrogettazione

 

Partenariati e proattività dei territori

  • 4° PUNTO. I partenariati strutturati sono cruciali nella nuova programmazione. Questi si creano a Bruxelles nel quadro di progettualità di vasto respiro, ma vanno creati ed alimentati anche sul territorio, stabilendo una relazione permanente tra l’ente territoriale, il mondo produttivo e quello associativo. Tutti insieme concorrono al raggiungimento di medesimi obiettivi.
  • 5° PUNTO. Valorizzare la presenza italiana a Bruxelles. Creare una “filiera della progettazione europea” fatta di collaborazione anche con noi europarlamentari, la nostra Rappresentanza Permanente presso l’UE, così come con i funzionari italiani che hanno ruoli chiave nella Commissione o nelle sue Agenzie; alle quali sempre più spesso vengono demandati i compiti relativi alla pubblicazione dei bandi, selezione delle proposte, monitoraggio e rendicontazione. Non perché serva un “spintarella” nel presentare il progetto, ma perché, i progetti – quando sono davvero grandi ed ambiziosi – vanno condivisi e vanno sostenuti in modo coordinato in tutte le istituzioni europee al fine di creare un “humus positivo” che converga verso la loro convinta accettazione e finanziamento.
  • 6° PUNTO. Ma i territori che hanno fatto segnare le migliori performance sul fronte della partecipazione ai bandi, sono quelli che maggiormente sono attivi nella costruzione delle politiche europee! Proprio per questo ho intrapreso dall’inizio del mio mandato un percorso di , informazione, confronto e supporto principalmente nella mia circoscrizione Italia Centrale – che ho denominato “Restart” – e sto portando presso tutti gli enti locali ove come M5S esprimiamo ruoli di governo o rappresentanze qualificate.

 

Il caso dei pescatori di Ostia

Ritengo che una cosa è cogliere le occasioni rappresentate dai bandi, adeguandosi a un modello di sviluppo produttivo, economico e sociale. Un’altra è fare in modo tale che i bandi e le linee di finanziamento siano costruite esattamente in funzione di specifiche esigenze territoriali. I territori devono contribuire a scrivere gli obiettivi e le regole, alle quali si agganciano gli interessi locali per potere ottenere i finanziamenti.

Voglio spiegare meglio cosa intendo per una governance efficace di accesso ai fondi europei.

In un incontro a Ostia con la Presidente del Municipio, Giuliana Di Pillo, presenti anche Paola Zanichelli e Paola Ferrara, è emerso il problema dei pescatori di Ostia per il conferimento a terra dei rifiuti pescati in mare. Questa operazione, utile per la collettività, rappresentava un onere enorme per i pescatori sui quali si scaricava ogni responsabilità anche di carattere penale. Al punto tale da renderla disincentivante.

Nel quadro del nuovo FEAMP (Fondo Europeo per la Politica Marittima e la Pesca), ho presentato degli emendamenti per

  • rafforzare le linee di finanziamento, con lo scopo di potenziare la raccolta a terra e il riciclo dei rifiuti;
  • per incentivare economicamente i pescatori in questa loro nuova funzione ambientale. Come veri e propri “Guardiani del Mare”.

In questo modo, abbiamo fatto una doppia operazione vincente: abbiamo ottenuto i fondi di cui avevamo urgente bisogno. Ma soprattutto abbiamo difeso un modello che è quello della piccola pesca, più sostenibile di quella su scala industriale. La pesca sostenibile si lega a doppio filo con l’identità e la cultura del territorio.

Nei fatti, quindi, abbiamo ottenuto molto di più. Abbiamo difeso l’interesse di un Paese e promosso la replicazione di modelli virtuosi. Trasformandoci così in soggetti guida sul fronte della transizione ambientale, sulla quale si gioca gran parte del nostro futuro.

Sul fronte romano, credo sia prioritario continuare a insistere sull’obiettivo di uno status speciale per Roma Capitale. Esso sarà determinante anche per l’Europrogettazione. Dal quale discendono competenze chiave e un maggiore spazio di manovra sia per l’azione politica sia per quella amministrativa e finanziaria.