FAI, contrasto al dumping salariale e piano sulla formazione

FAI

PERUGIA, 25 maggio – Sono intervenuta all’evento promosso dalla FAI-Federazione Autotrasportatori Italiani- sul manifesto per le Europee 2024. Condizioni di lavoro eccessivamente eterogenee tra i paesi europei limitano la competitività del settore dell’autotrasporto a livello nazionale ed europeo. La concorrenza sleale, basata su salari bassi e livelli di sicurezza inadeguati, danneggia enormemente i lavoratori e le imprese, quest’ultime costrette ad affrontare un enorme problema di carenza di manodopera e un turn over sostanzialmente inesistente.

Nel nostro Paese il settore dell’autotrasporto conta 90 mila imprese attive, il 21 per cento nelle regioni del Centro Italia. Nell’ultimo anno, però, il comparto ha visto chiudere quasi duemila aziende mentre mancano all’appello 20mila conducenti a livello nazionale.
Il lavoro dell’autista professionista è percepito ancora come un lavoro non di qualità, faticoso e non sicuro.

A livello europeo e nazionale occorre promuovere un’adeguata formazione professionale dei conducenti, agevolando la collaborazione tra gli Istituti Superiori e le imprese del settore con lo scopo di garantire un incontro efficiente tra l’offerta e la domanda di lavoro.

Nel corso della nona legislatura europea ho collaborato con Fai per difendere il settore dai danni derivanti dalle restrizioni al trasporto merci imposte dall’Austria al Brennero presentando un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea e ancora per migliorare il regolamento europeo sul trasporto animale condividendo l’idea che la transizione ecologica, comunque imprescindibile, deve basarsi sempre su obiettivi realistici e monitorabili che tengano conto delle specificità dei paesi europei in particolare dei progressi compiuti nell’azione di riduzione delle emissioni climalteranti da parte del settore degli autotrasporti che nei prossimi cinque anni dovrà essere adeguatamente sostenuto dall’Europa tramite incentivi mirati che non siano “sussidi a pioggia” ma strumenti per permettere al settore di contribuire agli ambiziosi obiettivi del Green Deal.