XX Infopoverty Conference- United Nation- Come superare Covid creando una società digitale migliore

Digitale

Lo scorso 4 dicembre ho preso parte ai lavori della XX Infopoverty World Conference, organizzata da OCCAM (Osservatorio Comunicazione Digitale- Nazioni Unite). Di seguito potete leggere il mio intervento sul tema della digitalizzazione. 

 

Onorevole Vice Ministro Del Re

Illustri ambasciatori

Illustre Direttore Bukuru

Illustri relatori e partecipanti

Sono onorata di partecipare a questa Conferenza e desidero ringraziare il Presidente Saporito per l’invito.

La lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali è al centro del mio impegno politico al Parlamento europeo e sono convinta che un coinvolgimento più profondo dell’Unione europea possa svolgere un ruolo cruciale per affrontare insieme le sfide globali attuali e future.

La pandemia Covid-19 sta accelerando il processo di transizione digitale in corso sia in modo positivo che negativo.

Come dimostra il programma Infopoverty, la digitalizzazione potrebbe essere uno strumento straordinario per portare opportunità e benessere. In Europa, si stima che un terzo delle aziende e dei luoghi di lavoro supererà la crisi pandemica grazie alla transizione digitale. Tuttavia, le persone e le regioni escluse dalle principali infrastrutture digitali si stanno rapidamente avviando verso l’esclusione sociale ed economica. Si stima che un quarto dei cittadini europei sia povero o stia precipitando in una condizione di povertà lavorativa.

Ciò significa che la nostra sfida non può essere limitata al semplice “accesso” agli strumenti digitali.

Poiché la digitalizzazione è una rivoluzione che trasformerà completamente la nostra società, abbiamo la responsabilità di progettare insieme qualcosa di nuovo e più ambizioso, valorizzando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per gestire questo fenomeno complesso e potenzialmente caotico.

Ritengo che ci siano tre principali “obiettivi digitali” che dobbiamo raggiungere tutti insieme.

Il primo dovrebbe essere il riconoscimento del “diritto di accesso a Internet per tutti”, come pietra angolare di una società digitale nuova, giusta ed equa, basata su libertà, opportunità e benessere. Ciò significa che l’accesso online deve essere gratuito, solido e veloce ovunque e per tutti.

Il secondo obiettivo, dovrebbe essere una strategia educativa basata sul “diritto all’alfabetizzazione digitale per tutti”. Negli ultimi decenni le Nazioni Unite, i governi nazionali e le ONG hanno intrapreso campagne globali con l’obiettivo di insegnare a leggere e scrivere a ogni persona. Ora è necessario aggiornarli con l’inserimento delle necessarie competenze digitali. Internet e il world wide web sono strumenti neutri e ogni persona dovrebbe essere in grado di utilizzarli in modo corretto e consapevole, al fine di ottenere tutti i potenziali vantaggi ed evitare ogni possibile rischio. Ogni persona della nostra società dovrebbe essere coinvolta, nessuno escluso.

Il terzo obiettivo dovrebbe consistere nel coinvolgere tutti i decisori, le parti interessate, gli intellettuali e gli scienziati al fine di definire una “legge digitale” per la nuova società digitale. Questo aspetto è da considerare come un processo di lungo periodo da inserire in un rinnovato e autentico approccio multilaterale, in cui i nuovi diritti digitali potrebbero diventare fondamentali e regolamentati dalle leggi internazionali e nazionali. In particolare, alcuni aspetti etici dell’intelligenza artificiale dovrebbero essere affrontati il prima possibile per evitare un’ulteriore escalation della situazione attuale.

È fondamentale stabilire una governance globale della digitalizzazione per rendere disponibili i servizi digitali a misura di cittadino, senza creare nuove barriere tecnologiche e abbattere quelle ancora esistenti. La società digitale deve essere inclusiva, accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione o qualsiasi forma di differenza sociale, economica, geografica, tecnologica e culturale.

Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che l’obiettivo non è solo “come digitalizzare la nostra società”, ma anche “come mantenere umana la nostra società”. Per questo motivo dovremmo stabilire chiari limiti alla digitalizzazione. Mi riferisco ad alcune importanti normative che stiamo discutendo a livello europeo riguardanti la “protezione dei dati”, il “diritto all’oblio” e il “diritto alla disconnessione”.

Per quanto riguarda quest’ultima tematica, è fondamentale difendere i lavoratori dalla cultura del “servizio costante”. Questa situazione non regolamentata, basata su nuove forme di sfruttamento, sta colpendo sia la salute fisica che quella mentale delle persone; e sta generando una nuova categoria di lavoratori “invisibili” – solitamente chiamati “smart- workers” – che sono principalmente quelli che lavorano per le piattaforme digitali. Questi lavoratori sono generalmente sottopagati e privati di qualsiasi diritto del lavoro, nonché di condizioni di lavoro eque e salari dignitosi.

Se saremo in grado di prevenire questi aspetti negativi della rivoluzione digitale, sarà molto più facile implementare progetti importanti come “EWA-BELT” in una strategia politica strutturata e permanente al fine di digitalizzare tutti i servizi di interesse generale con esito positivo di guidare le nostre società ed economie verso la transizione digitale.

Gli obiettivi digitali dovrebbero essere collegati con tutti gli altri SGD, in particolare dal punto di vista ambientale. Sono convinto che non possiamo sradicare la povertà e le disuguaglianze se non raggiungiamo un nuovo e sostenibile equilibrio con il pianeta e le sue risorse. In questo senso, il processo di digitalizzazione potrebbe essere uno strumento fondamentale per garantire un uso efficiente dell’acqua, del suolo e del cibo; insieme a un modo più responsabile di vivere, consumare e mangiare.

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, Papa Francesco ha affermato che “per l’umanità la fame non è solo una tragedia ma è anche vergognosa !, ne siamo tutti responsabili, e siamo chiamati ad agire“ per preservare il pianeta per generazioni future ”e“ promuovere la speranza ”che è l’energia più potente esistente.

Per concludere, mi auguro che a partire da oggi si possa instaurare una collaborazione più strutturata; Vi do la mia piena disponibilità a portare a livello europeo questa esperienza del “programma Infopoverty” al fine di creare un dialogo più efficace con le istituzioni europee nell’interesse comune per realizzare una società digitale giusta ed equa per tutti.