Amianto, 90mila morti l’anno. Più risarcimenti e salute per i lavoratori

Amianto

Ogni anno 90mila persone in Europa muoiono a causa del contatto con l’amianto. Inoltre nella maggior parte delle legislazioni nazionali le malattie derivate dall’amianto non sono considerate malattie professionali. Le vittime quindi non possono beneficiare di risarcimenti legati a motivi di lavoro.

La denuncia contestualmente all’approvazione della risoluzione sulla ‘Protezione dei lavoratori dall’amianto’ in Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo.

Il testo è stato adottato con 47 voti favorevoli e sette astensioni.

Il testo della risoluzione è nel suo insieme molto positivo. E la Commissione europea dovrà presentare una proposta normativa nel più breve tempo possibile, almeno per il 2022.

Ho ricevuto gli appelli dei sindacati, CGIL e CISL, affinché i limiti di esposizione all’amianto fissati per legge venissero ulteriormente ridotti.

Come abbiamo migliorato il testo della Risoluzione (INL)

La risoluzione contiene al suo interno importanti principi e richieste:

  • la riduzione dei limiti attualmente previsti per legge, come chiesto dai sindacati dei Vigili del Fuoco, normalmente esposti all’amianto in occasione di interventi per spegnere gli incendi o nell’ipotesi dei soccorsi a seguito dei terremoti;
  • l’introduzione di una sorveglianza epidemiologica nel lungo periodo per verificare l’efficacia delle misure adottate e per monitorare le malattie causate dall’esposizione all’amianto. Con l’obbligo di riportare tutti i casi alle autorità competenti;
  • gli Stati membri devono semplificare le procedure per il riconoscimento della malattia e/o malattie professionali legate all’esposizione all’amianto;

Le forme più comuni di tumori provocati dall’amianto sono quelli polmonari, almeno nel 45% dei casi. Mentre l’80% dei tumori professionali riconosciuti in Europa è correlato all’asbesto. Vi è poi il cancro al seno.

  • sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per le imprese che non rispettano le norme relative alla gestione dell’asbesto;
  • la valutazione dei rischi di esposizione secondarie (familiari/conviventi dei lavoratori che trattano l’asbesto);
  • l’eliminazione dell’amianto in tutti gli Stati membri, impedendo l’ingresso nel mercato interno, e infine, migliorando l’attività dell’ispettorato, con investimenti sulle risorse umane;
  • la creazione di un database digitale, gratuito e accessibile ai lavoratori, alle aziende, ai cittadini, per la mappatura dell’asbesto.
  • l’obbligo di formazione dei lavoratori;
  • i finanziamenti a sostengo delle PMI costrette ad affrontare costi elevati per lo smaltimento dell’amianto;
  • i pazienti che soffrono di malattie dovute all’amianto devono essere incluse nel Piano d’azione UE contro il cancro.

Nella risoluzione inoltre abbiamo chiesto di tenere sempre in considerazione le ultime conoscenze scientifiche e gli sviluppi tecnologici, in particolare sulle diverse fibre di asbesto e i relativi effetti sulla salute.