La risposta della Commissione Ue alla mia proposta di un programma Erasmus straordinario per i giovani rifugiati ucraini è arrivata in un periodo in cui aumenta il numero dei profughi che fuggono dalla guerra. Questo ‘no’ alla mia richiesta di un ‘Erasmus4Ukraine’ è una occasione mancata per suggellare, con una iniziativa concreta e tangibile, il sostegno manifestato dall’Unione europea all’Ucraina. Nell’aprile scorso ho presentato una interrogazione parlamentare che ha avuto il sostegno di ben 74 europarlamentari di quasi tutti i gruppi politici. Purtroppo non il sostegno della Commissione Ue.
Erasmus straordinario per gli studenti ucraini
In questi mesi di conflitto tra Mosca e Kiev, decine di migliaia di studenti e accademici ucraini sono fuggiti dal loro Paese. La loro carriera scolastica e accademica è stata interrotta e molti di loro si trovano con poche risorse finanziarie, bloccati in giro per l’Europa. L’obiettivo principale della mia proposta ‘Erasmus4Ukraine’ era quello di permettere ai giovani rifugiati di proseguire gli studi nelle Università europee, garantendo il massimo della libertà e della flessibilità attraverso regole chiare e valide per tutti gli Stati membri. Da attuare mettendo a disposizione finanziamenti specifici e adeguati. ‘Erasmus4Ukraine’ avrebbe dovuto favorire il riconoscimento dei titoli di studio e dei crediti formativi acquisiti dai giovani rifugiati negli Atenei italiani ed europei per non perdere mesi o anni preziosi di formazione.
Sono oltre 140 giorni di conflitto. Dal 24 febbraio scorso, giorno di inizio della guerra di Putin contro l’Ucraina, più di 7,3 milioni di profughi hanno cercato rifugio ai confini dell’Unione europea. Per la maggior parte sono donne, giovani e bambini. Secondo fonti del ministero dell’Interno, l’Italia ha accolto finora circa 200mila profughi.
Status quo, è responsabilità dei Paesi membri
Anche se per Trattato l’istruzione scolastica e universitaria dipendono dalle politiche nazionali degli Stati membri mi sarei aspettata che la Commissione accogliesse subito questa mia proposta. Nata per e vincolata all’emergenza umanitaria generata dall’aggressione russa. A mio avviso, non basta accogliere i giovani rifugiati ucraini. Prima di tutto perché non sappiamo quando finirà il conflitto. Sarebbe stato importante, invece, creare una rete d’integrazione europea per riconoscere pari dignità e pari diritti ai profughi. Garantendo il diritto allo studio nelle Università, e non solo nelle scuole primarie e secondarie, e un lavoro a tutti i docenti e i ricercatori ucraini che sono stati costretti a lasciare gli Atenei distrutti in Patria. La mia idea di un Erasmus straordinario a loro dedicato sarebbe stato un provvedimento di vera integrazione. E avremmo potuto approntarlo con il riconoscimento all’Ucraina dello status di Paese candidato all’Unione europea.
Il ‘no’ della Commissione europea è lo “status quo”. Resta tutto nelle mani dei singoli Paesi europei. Così in modo miope si preclude a una risposta comune all’altezza di una crisi migratoria eccezionale. È inutile dire che mi sarei aspettata uno slancio da parte della Commissione sulla proposta. Anche perché preservare l’istruzione e la cultura dei rifugiati in Europa dovrebbe essere parte dell’impegno assunto da Bruxelles per la ricostruzione post bellica dell’Ucraina.
Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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