Conferenza sul Futuro dell’Europa: i cittadini riscrivono l’architettura UE

Conferenza sul Futuro dell'Europa

Lo scorso 9 maggio si è conclusa la Conferenza sul Futuro dell’Europa. Uno straordinario strumento di partecipazione e consultazione democratica mai sperimentato prima e che ha interrogato i cittadini e le cittadine dei 27 Stati membri sulle sfide e sulle priorità dell’Unione.

Nella seduta del 29 aprile scorso, a Strasburgo, nella sede del Parlamento Europeo, la Conferenza ha approvato il documento conclusivo che contiene 49 proposte divise in 9 grandi aree tematiche. Alle proposte si è arrivati elaborando le 178 raccomandazioni presentate dai cittadini e dalle cittadine, dai panel nazionali e da 43.734 contributi raccolti sulla piattaforma digitale multilingue.

Il valore della discussione

Sul piano politico, la Conferenza ha contribuito a rafforzare il legame tra l’opinione pubblica europea e le istituzioni, percepite spesso troppo distanti dalla gente. Si è trattato di un processo nuovo e innovativo. Un esercizio dal basso verso l’alto che ha permesso ai cittadini europei di dire la loro su ciò che si aspettano dall’Unione europea.

Con le raccomandazioni espresse, i cittadini hanno dimostrato di non avere dubbi sull’Europa di domani che dovrà essere più democratica, trasparente, giusta, sostenibile e coraggiosa. Emerge a mio parere anche una grande consapevolezza rispetto alle sfide che ci attendono e alla necessità di far fronte ad esse con misure urgenti.

Conferenza sul futuro dell’Europa, le conclusioni

La situazione senza precedenti che l’Europa si trova a fronteggiare espone con maggiore chiarezza l’assoluta necessità di riformare l’Unione. Ciò implica di dovere dare nuovo slancio alle politiche europee, assicurando linfa vitale alle diverse strategie attraverso azioni comuni e mirate.

Al Parlamento europeo nelle scorse settimane ho sostenuto la risoluzione sulle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa. E’ arrivato il momento di dare avvio ad una stagione di riforme istituzionali che diano seguito alle raccomandazioni dei cittadini e realizzino le loro proposte.

Come ho affermato in più occasioni, dobbiamo agire al più presto per rendere l’UE all’altezza dei suoi valori e della sua storia, del suo ruolo nel mondo. E rispondere rapidamente ai cambiamenti, alle crisi e alle richieste dei nostri cittadini.

E il primo e fondamentale passo non può che essere quello di riformare i trattati europei e semplificare l’architettura istituzionale.

La Nuova Europa dei cittadini

Nel prossimo futuro sarà necessario che le istituzioni possano intervenire in quei settori che sono ancora appannaggio degli esecutivi nazionali. Ma che per la loro natura richiedono soluzioni condivise e una risposta collettiva: salute, difesa, energia. Questo implica nuove cessioni di sovranità dalle capitali a Bruxelles. Garantendo così la condivisione del rischio e la moltiplicazione della capacità di azione.

Per poter agire in maniera tempestiva ed efficace, occorre individuare nuove forme di integrazione. Un’Europa a 27, alla quale presto – è questo il mio auspicio – si uniranno nuovi membri, non può funzionare senza rafforzare modalità di cooperazione tra gli Stati e procedure decisionali più snelle.

La regola del consenso dovrà lasciare spazio alla procedura di voto a maggioranza qualificata, impedendo il ricorso ai veti incrociati da parte degli Stati membri. Questo deve riguardare in particolare quegli ambiti in cui l’unanimità è spesso non raggiungibile e si è rivelata sinonimo di inazione. Come ad esempio la politica estera, di sicurezza e di difesa, a partire dalle decisioni relative ai diritti umani e alle sanzioni.

Ritengo inoltre fondamentale dare seguito alla richiesta dei cittadini di introdurre il diritto di iniziativa legislativa del Parlamento europeo. Affiancandola ad altri strumenti per una partecipazione più attiva dei cittadini alla politica europea.

Più attenzione al sociale

Garantire una crescita sostenibile e resiliente è un’altra delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa che mi sento di condividere pienamente. Anche attraverso la promozione di una cultura imprenditoriale che favorisca tutte le aziende innovative. Micro, piccole e medie imprese che contribuiscono a rendere la società più resiliente e coesa.

Così come condivido la necessità di dare piena attuazione al pilastro europeo dei diritti sociali che non può fare a meno di investimenti lungimiranti incentrati sulla transizione digitale ed ecologica e su strumenti comuni, come SURE, che si sono già rivelati fondamentali per attenuare i rischi e gli effetti negativi delle crisi.

L’impegno delle istituzioni UE

I presidenti del Parlamento, della Commissione e del Consiglio hanno tutti manifestato grande apprezzamento per i risultati della Conferenza e per il metodo della democrazia partecipativa che ha ispirato i suoi lavori. Ma soprattutto si sono tutti impegnati a dare un seguito concreto, e in tempi ravvicinati, alle raccomandazioni formulate.

Il Parlamento ha anticipato  una proposta formale per la convocazione di una Convenzione come premessa per una riforma profonda dei Trattati. La Commissione, invece, ha già promesso di presentare a settembre una serie di proposte legislative destinate a dare concretezza e operatività alle raccomandazioni della Conferenza che si potranno realizzare senza revisione dei Trattati. E il presidente di turno, Emmanuel Macron, a nome del Consiglio, ha preso l’impegno di raccogliere dalle raccomandazioni della Conferenza ogni utile indicazione per un rilancio di una Unione più democratica, più indipendente e più efficiente.

Sarebbe una ingiustificabile fallimento vanificare le conclusioni alle quali è giunta la Conferenza, che credo sia importante rendere permanente, e parte attiva delle scelte e delle decisioni della Nuova Europa a cui tutti aspiriamo.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti.
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