GKN, revoca licenziamenti dà speranza, delocalizzazioni minaccia per l’UE

GKN

GKN – I giudici del lavoro del Tribunale di Firenze hanno parzialmente accolto il ricorso presentato dai sindacati contro il licenziamento collettivo dei dipendenti della GKN di Campi Bisenzio avviato dal Fondo proprietario Melrose.

La cessazione del rapporto di lavoro sarebbe avvenuto estromettendo i sindacati tramite messaggio prima su whatsapp e poi per e-mail. La scelta della multinazionale viola l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori (vedi qui). Anche se i giudici non contestano la scelta dell’azienda di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio, perché garantita dall’articolo 41 della Costituzione.

La revoca dei 422 licenziamenti dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio è un’ottima notizia che ridà speranza. Il MoVimento 5 Stelle si schiera dalla parte dei lavoratori e contro ogni comportamento anti-sindacale. Già durante un incontro, lo scorso 15 settembre, fra il presidente del Movimento e i rappresentanti Rsu dell’azienda avevamo criticato le modalità e le tempistiche con cui la multinazionale, controllata da un fondo d’investimento, aveva deciso di trasferire la produzione in Polonia dove il costo del lavoro è inferiore.
Ora la decisione dei giudici del lavoro contesta il licenziamento collettivo adottato in modo unilaterale dalla multinazionale. La quale si è limitata a informare i dipendenti della cessazione del rapporto di lavoro per messaggio.
Confidiamo adesso nella mediazione del ministero dello Sviluppo Economico e riponiamo fiducia nella possibilità di trovare un compromesso che salvi il maggior numero di posti di lavoro.

GKN, non è un caso isolato. L’Ue acceleri su salario minimo e opti per una normativa organica in tema di licenziamenti

Tuttavia, questa vicenda non è un caso isolato e dimostra che le delocalizzazioni sono una vera e propria minaccia per la sopravvivenza stessa dell’Unione europea.
Bisogna scoraggiarle approvando il prima possibile il salario minimo europeo e revocando i fondi pubblici a tutte le multinazionali che non rispettano i diritti dei lavoratori e che prendono decisioni che impoveriscono il tessuto produttivo. Servono azioni forti per aiutare le nostre imprese a competere in maniera equa nel mercato europeo.
Inoltre, l’Unione europea avrebbe bisogno di una normativa organica in tema di licenziamenti. La vicenda della GKN dimostra come non possiamo più agevolare dumping fiscale e salariale nel mercato interno. Le multinazionali per operare in Europa devono adottare una etica imprenditoriale che sappia coniugare la redditività degli azionisti con la tutela dei lavoratori e del territorio ove si trovano.