Le IG non si toccano: il mio intervento in Commissione Agricoltura

IG

Il sistema delle IG è un modello di successo unico al mondo che rende il sistema agricolo europeo il migliore sia come qualità che come sicurezza della produzione. Nel momento in cui il pianeta rischia una crisi alimentare globale, difendere la nostra identità produttiva e la vocazione agricola dei nostri territori è un obiettivo politico e strategico, perché da questo dipende la nostra sicurezza alimentare e quella dei paesi vicini.

IG, PATRIMONIO ECONOMICO E CULTURALE 

Questa settimana sono intervenuta in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo ribadendo, ancora una volta, l’importanza delle Indicazioni Geografiche – Dop, Doc, Igt – per i nostri prodotti agroalimentari.

 

Le indicazioni agroalimentari sono una garanzia di qualità e sostenibilità per milioni di consumatori. Per questo ritengo che vadano difese e rafforzate nel pieno interesse del benessere e dello sviluppo dell’identità e della cultura dei nostri territori.

Sono proprio questi marchi infatti a rendere grande e apprezzato il made in Italy in tutto il mondo. Nel nostro Paese sono per ora 880 i prodotti agroalimentari e vitivinicoli ai quali è attribuito un marchio Dop, Doc, Igt.

Per un valore di 19 miliardi di euro, oltre un quarto del totale europeo.

Si tratta di denominazioni che rappresentano garanzia di qualità ma anche di sostenibilità per milioni di consumatori, sempre più attenti ed esigenti nei confronti dei prodotti che portano in tavola.

RAFFORZARE I CONSORZI

Fin dall’inizio del dibattito parlamentare sulla proposta di revisione del sistema delle IG ho sostenuto con convinzione che il testo presentato dalla Commissione era irricevibile perché annacquava e indeboliva un sistema di tutela, garanzia di qualità

Per questo motivo, ho appoggiato convintamente la relazione presentata dall’Onorevole Paolo De Castro. Molti i punti che mi trovano d’accordo: a cominciare dalla tutela e dal rafforzamento dei consorzi e dei comitati di filiera.

In Italia i consorzi agroalimentari sono molto forti e molto importanti considerando che ci sono centinaia di migliaia di agricoltori e aziende agricole che producono prodotti d’eccellenza legati a un territorio. Oggi nel nostro Paese, ci sono più di mille consorzi attivi, il 23% dei quali operano nel settore agricolo e vitivinicolo.

La gestione dei consorzi deve restare in capo agli agricoltori ai quali va riconosciuta la centralità nel processo produttivo agroalimentare. A loro, ed in modo particolare ai più piccoli, si deve l’altissima qualità dei nostri prodotti e la conservazione dell’enorme patrimonio di tradizioni e cultura del cibo che caratterizza il territorio italiano.

PIU’ CONTROLLI CONTRO IL SOUNDING

Allo stesso tempo sono pienamente d’accordo sul fatto che non si debba attribuire all’EUIPO – l’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale – alcun ruolo nel processo di registrazione delle Indicazioni Geografiche, dal momento che non possiede le competenze necessarie.

Credo però che sia fondamentale che questo stesso organismo agisca con maggiore forza e capillarità per debellare contraffazione online e non, frodi, allusioni, evocazioni e sounding. Tutti reati che pesano da sempre sul settore agroalimentare, oggi più che mai, in questo particolare momento storico in cui gli agricoltori devono fare i conti con l’inflazione.

Per quanto riguarda il vino, resto convinta del fatto che non ci sia alcun bisogno di stravolgere il sistema, come vorrebbe invece la Commissione europea. I prodotti vitivinicoli Doc sono già noti ai consumatori e apprezzati in Italia come all’estero. Anzi, sono dell’avviso che sia necessario estendere le regole delle Indicazioni Geografiche anche ai prodotti lavorati con ingredienti a denominazione di origine.

Insomma, io sono convinta che il sistema attuale sia un modello di successo e unico al mondo che fa guadagnare in ricchezza non solo l’Italia ma anche l’Unione europea. Un vero e proprio tesoro che vale oltre 75 miliardi di euro e che continueremo a proteggere lavorando in questa direzione.

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.