Salario minimo, in Italia troppi lavoratori poveri: alzare salari e diritti

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Il 19 gennaio scorso, l’economista dell’OCSE Andrea Garnero ha fornito i primi dati contenuti in un rapporto commissionato dal ministero del Lavoro.

In una intervista all’Avvenire Garnero ha parlato di chiarezza sul metodo da seguire per adottare il salario minimo, definendo questa misura urgente per il Paese.

Oggi, tramite questo studio, sappiamo con certezza che la situazione nazionale è peggiore di quella fotografata finora.
Sappiamo infatti che in Italia un lavoratore su quattro è povero. E che nel nostro Paese, in base alle statistiche Eurostat, la percentuale dei lavoratori che percepisce un salario da fame è ferma all’11,8%.
In realtà, se consideriamo, come fa il nuovo studio appena pubblicato, anche i redditi individuali, quelli provenienti da un contratto di durata inferiore ai sette mesi, i precari e i part time, si scopre che il numero dei lavoratori poveri in Italia è a livelli ben superiori e cioè pari al 24,2% della forza lavoro.

Alla luce di questi numeri, la legge sul salario minimo non è più una possibilità ma una necessità

Il Movimento 5 Stelle ha depositato al Parlamento una proposta che auspichiamo venga discussa e approvata quanto prima. Bisogna trovare un accordo il prima possibile con le altre forze di maggioranza. Con lo scopo di aumentare i salari rosicchiati sempre più da inflazione alle stelle e dal caro bolletta.
L’Europa farà certamente la sua parte, i negoziati tra Parlamento europeo e Consiglio sulla direttiva sul salario minimo sono già iniziati e puntiamo a una approvazione definitiva del testo entro giugno. La strada obbligata è quella di alzare in Italia e in Europa salari e diritti.