Ucraina, un anno di guerra. La mia intervista a Radio Immagina

Ucraina

Il 24 febbraio scorso abbiamo ricordato l’aggressione militare della Russia ai danni dell’Ucraina al Parlamento europeo. Purtroppo la guerra dura da un anno ormai, e continua a uccidere oltre che a generare tensioni a livello internazionale.

In occasione dell’anniversario del conflitto russo-ucraino, ospite a Radio Immagina ho parlato della guerra e della politica estera del governo di Giorgia Meloni. Per riascoltare l’intervista integrale, cliccate qui: https://bit.ly/3YUIkYS

L’EUROPA, UN ANNO DI GUERRA IN UCRAINA

La linea sull’Ucraina deve essere salda. Un anno dopo l’aggressione militare russa per distruggere l’Ucraina, l’Unione europea deve continuare a sostenere Kiev, al fianco dell’Alleanza Atlantica, per tutto il tempo necessario.

Il sostegno europeo deve essere militare – l’Ucraina ha bisogno ancora di armi difensive – e soprattutto umanitario: accogliere le donne, le ragazze, e i bambini che fuggono dal conflitto; sostenere le famiglie ucraine che invece decidono di tornare nelle loro città; supportare gli agricoltori che continuano a produrre generi alimentari di prima necessità, come il grano e altri cereali che l’Ucraina esporta in tutto il mondo; fornire agli ucraini assediati medicinali, alimenti, vestiti e accompagnarli in questa lunga e dolorosa resistenza anche nella fase di ricostruzione post conflitto.

Questo è l’impegno importante assunto dall’Unione europea nei confronti di un popolo aggredito, e contro uno Stato aggressore che per tutto questo tempo non ha avuto scrupoli. Ha bombardato strade, ospedali, condomini, centri commerciali, infrastrutture strategiche; ha violentato, torturato e ucciso innocenti. I crimini contro l’umanità della Russia vanno accertati uno a uno, e i responsabili puniti senza se e senza ma.

Un anno dopo l’aggressione brutale e ingiustificabile della Russia contro l’Ucraina, sono convinta che l’Unione europea abbia dimostrato una forza e una resilienza politica ed economica straordinarie.

LA COESIONE DELL’EUROPA SUL SOSTEGNO A KIEV

Ricordo che non ci sono state grandi divisioni né sul sostegno militare né sul supporto umanitario ai profughi né infine sull’impegno di ricostruire l’Ucraina dalla devastazione della guerra, anche con una sorta di Piano Marshall che permetta al Paese aggredito di riprendersi dalle ferite subìte nella prospettiva di entrare a far parte dell’Unione europea.

Alla fine, Stati europei, come l’Ungheria, con un piede nell’Unione europea e un piede nella Federazione Russa, sono stati in qualche modo isolati. Ha sempre prevalso la linea del sostegno a Kiev e della condanna contro Mosca. Putin infatti non punta soltanto a conquistare l’Ucraina, ma da anni a influenzare i paesi vicini all’Europa e agli alleati o che hanno già aderito all’Unione europea, al fine di indebolire le democrazie e il modello dello Stato di diritto.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO

L’Italia, anche con il viaggio a Kiev del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso vicinanza all’Ucraina e ha dichiarato il suo impegno nel voler sostenere il paese nella, speriamo prossima, ricostruzione. Inoltre, quando ce ne saranno le condizioni, a mio avviso sarebbe importante che il nostro Paese possa giocare un ruolo nei negoziati che porteranno alla conclusione del conflitto, in vista dei nuovi equilibri geopolitici che saranno inevitabilmente mutati, anche se al momento non credo che il governo Meloni abbia la forza e l’autorevolezza per farlo.

PESTAGGI E INSULTI. IL NO COMMENT DELLA DESTRA ITALIANA

Ho condannato in modo molto netto i pestaggi di Firenze, le storie di antisemitismo e razzismo denunciate a Torino, le dichiarazioni del Presidente del Senato, Ignazio La Russa sui figli gay o quelle dell’assessore allo Sport di Lucca Barsanti, ex esponente di CasaPound sulla “sinistra che va uccisa”.

Non credo che ci sia perlomeno oggi un pericolo fascismo, ma non è accettabile che questa destra non condanni pestaggi, violenze o l’odio per motivi politici. È un atteggiamento che dà un esempio sbagliato, di incoerenza e soprattutto rischia poi di riversarsi nella società moltiplicando episodi di intolleranza, incitamento alla violenza e all’odio razziale fino all’ antisemitismo.

IL GOVERNO NON FA I CONTI CON L’ESTREMISMO

Non mi sembra di avere letto parole di condanna da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non va bene, perché lascia aperte tantissime ambiguità. Come pure, l’atteggiamento del ministro dell’Istruzione Valditara che ha attaccato la dirigente scolastica che ha scritto ai suoi studenti ricordando il pericolo della violenza per motivi politici ma non ha detto una sola parola contro i pestaggi davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze.

A mio avviso, questo governo non fa i conti, come invece dovrebbe fare, con l’estremismo.