L’Europa è la casa di tutti gli ucraini: Zelensky al Parlamento UE

Zelensky

Il 9 febbraio 2023 il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha tenuto il suo discorso al Parlamento europeo. È stato un giorno storico e non nascondo l’emozione che ho provato nell’ascoltare gli inni nazionali, ucraino ed europeo, levarsi nella sala della Plenaria a Bruxelles.

PER LA LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA

Pochi giorni ci separano dall’anniversario dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, libera e sovrana. Il 24 febbraio 2023, infatti, sarà già un anno dallo scoppio del conflitto che, per volontà del Presidente russo, Vladimir Putin, ha portato caos e incertezza nel mondo e sta infliggendo morte e distruzione al popolo ucraino e minacciando l’Unione europea.

Giovedì scorso, per la prima volta in presenza, Zelensky si è rivolto al Parlamento europeo ringraziando per il sostegno umanitario e militare dell’Unione europea. Omaggiando i valori e i principi europei, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti e le libertà fondamentali.

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in apertura ha detto: «non devi convincerci a sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa, siamo qui e lo saremo non solo fornendo al popolo ucraino ciò di cui ha bisogno per difendersi dalle forze militari russe e dai raid del Cremlino ma anche aiuti per la ricostruzione post bellica e per fare in modo che l’Ucraina possa procedere a passo spedito verso l’ingresso nell’Unione europea».

L’Europa è la casa di tutti gli ucraini che difendendo il proprio Paese difende tutti noi europei. E sono convinta che l’esito del conflitto russo-ucraino sarà deciso solo da una pace giusta. Continuare a difendere l’Ucraina dalla Russia è vitale, perché significa proteggere i nostri valori e i nostri principi, che al di là della guerra, in tutti questi anni sono stati sempre insidiati dalla disinformazione, dallo spionaggio e dalla eccessiva dipendenza economica da Mosca.

 

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L’IMPEGNO DEL PARLAMENTO UE CONTRO L’AUTOCRAZIA RUSSA

Al Cremlino c’è una oligarchia violenta guidata da Vladimir Putin che ha sempre deriso la democrazia e lo Stato di diritto. Ha sempre messo in discussione lo stile di vita richiamato anche dalla presidente Metsola e continua ad opprimere il proprio popolo, incarcerando o assassinando i dissidenti e gli oppositori politici.

Continuare a difendere l’Ucraina quindi significa anche impedire che ad avere la meglio sia una autocrazia che ingiustamente punta a cancellare uno Stato sovrano, a sottomettere un popolo e, secondo una visione anacronistica e imperialista, a minacciare gli Stati che oggi liberamente fanno parte dell’Unione europea e tutti quei paesi che vorrebbero entrare a farne parte.

Non è accettabile la violazione del diritto internazionale commessa dalla Russia né tantomeno i crimini di guerra perpetrati dai mercenari e dalle forze russe in terra ucraina.

Il Parlamento europeo, infatti, non solo sostiene l’istituzione di un Tribunale internazionale contro i crimini di guerra ma anche l’adesione all’Unione europea dell’Ucraina. E lo ha fatto con due recenti risoluzioni rispetto alle quali ho votato “sì” perché come ho detto tante volte in questi mesi c’è una netta differenza tra aggressore e aggredito e tra autocrazia e democrazia e mai dobbiamo dare per scontata la libertà di cui godiamo né l’esistenza della casa politica e istituzionale che abbiamo costruito.

LE AZIONI INTRAPRESE STANNO FUNZIONANDO

Credo che la scelta di Zelensky di rivolgersi al Parlamento europeo abbia un potente valore storico e politico. Con questo gesto, infatti, il presidente ucraino ha riconosciuto il peso e il ruolo del Parlamento europeo, là dove siedono i rappresentanti eletti dai cittadini e dalle cittadine europee senza i quali e le quali l’Unione europea mai avrebbe potuto sostenere l’Ucraina contro l’illegittima e folle guerra di aggressione di Putin.

Non è stato facile in questi mesi arrivare dove siamo arrivati: l’arma dell’energia utilizzata da Putin per dividerci e indebolirci è per fortuna oggi un’arma spuntata. Le scelte politiche intraprese finora per mettere un freno alla dipendenza dai combustibili fossili russi hanno contribuito moltissimo a indebolire i ricatti di Putin. Le sanzioni europee contro Mosca stanno fiaccando l’economia russa. E la maggioranza dei governi nazionali europei continuano a confermare con rapidità gli aiuti militari e umanitari all’Ucraina.

UNITI PER LA PACE GIUSTA: ZELENSKY GRATO ALL’EUROPA

Tutto questo dovrebbe renderci orgogliosi di essere europei. E dovrebbe essere ben chiaro a tutti che l’unico e solo responsabile di questa guerra assurda è il Presidente russo, Vladimir Putin. Continuare a instillare dubbi e a diffondere falsità con affermazioni surreali come quelle pronunciate da Silvio Berlusconi in questi giorni espone l’Italia al rischio dell’isolamento e alla perdita di credibilità a livello internazionale.

Le peggiori prospettive possibili per il nostro Paese, poi, in un momento così delicato come quello che stiamo attraversando, in cui non abbiamo ancora lasciato alle nostre spalle gli effetti della crisi energetica e non abbiamo superato l’impennata inflazionistica che pesa su milioni di famiglie e imprese.

Ucraini ed europei aspirano alla pace e alla stabilità, ma non perdono di vista ciò che va fatto. Sul campo: continuare a resistere e combattere contro una folle e ingiusta invasione. Nelle Istituzioni europee: continuare a sostenere la popolazione aggredita non solo a parole ma con i fatti. Perché si possa con sacrifico ottenere presto la fine delle ostilità per il bene degli europei, degli ucraini e mi auguro anche per il popolo russo.

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, Gruppo alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (Pse). Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.