Agricoltori, settore in difficoltà. Attenzione alle strumentalizzazioni

Le proteste degli agricoltori

Gli agricoltori hanno affrontato tante difficoltà, prima, il Covid-19, poi, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che stanno mettendo a dura prova il loro lavoro e i loro redditi. Da componente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, ho lottato per proteggerli dagli aumenti dei prezzi e da politiche ambientali irrealizzabili, astratte, ma non cadiamo nel tranello dei movimenti estremisti e anti europeisti che soffiano sul fuoco dei bisogni reali degli agricoltori a fini elettorali.

Un aiuto al settore agricolo è arrivato dalla riforma della Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti. Grazie al mio lavoro, infatti, abbiamo difeso i territori in cui il settore agricolo è fondamentale e in cui, allo stesso tempo, ogni anno, finiscono nella pattumiera il maggior numero di rifiuti alimentari. Mi sono battuta molto, affinché la riforma della direttiva puntasse, piuttosto, a una retribuzione equa ed equilibrata dei nuovi obblighi sullo spreco alimentare lungo la filiera agroalimentare: la vendita al dettaglio, la grande distribuzione, i servizi di catering e la ristorazione.

Nel Lazio, per esempio, dove le aziende agricole attive sono oltre 66mila e rappresentano il 5,9% del totale a livello nazionale, gli agricoltori non dovranno preoccuparsi di rispettare ulteriori vincoli potendo sfruttare, al massimo, le proprie produzioni.

ALCUNI DATI

Bisogna fare di più per il settore agricolo, in evidente difficoltà. Basti pensare ai numeri del Lazio: le aziende attive, nell’ultimo triennio, hanno registrato un deciso miglioramento rispetto al volume delle vendite (+9,4%) e della redditività (+7,8%). Ma, nonostante questi dati incoraggianti, negli ultimi dieci anni le aziende agricole laziali sono diminuite del 32%, uno dei dati più alti a livello nazionale.

Il momento di agire è ora, e occorre definire le priorità. Una di queste, a mio avviso, è rappresentata dalla riforma della PAC 2023-2027, imprescindibile, perché su base settennale per tenere conto delle crisi e dei bisogni contingenti degli agricoltori coniugandoli al meglio con la sostenibilità ambientale: obiettivo ineludibile per evitare che la crisi climatica metta in ginocchio seriamente tutto il comparto.