Astensionismo, sui temi subito fronte comune alternativo alle destre

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L’affluenza alle ultime amministrative è stata disastrosa. Per questo, sono convinta che non basti più dire di avere vinto o perso le elezioni. Il 60% degli italiani ha disertato le urne! Un astensionismo record mai raggiunto prima. Anche se riconosco che il centrodestra, più compatto, ha saputo conquistare il Lazio e la Lombardia, credo però che tutte le forze politiche debbano fare i conti con l’astensionismo. Solo quattro italiani su dieci hanno partecipato alle amministrative: il peggiore dato dalla nascita della Repubblica italiana.

LE RAGIONI DELL’ASTENSIONISMO

Da una parte, i nostri cittadini e cittadine sono sempre più distanti dalla politica. Dall’altra, si sentono persi, sempre più incapaci di comprendere determinate scelte politiche e partitiche. Dopo quelli del 25 settembre 2022, i dati sull’affluenza alle Regionali non mi sorprendono affatto. L’astensionismo non è figlio di questi ultimi anni ma è il frutto dello smarrimento in cui versa la politica e la vita pubblica, e di riflesso, la maggioranza degli elettori.

La politica ha perso da tempo la capacità di condividere con i cittadini e le cittadine in modo chiaro idee, di fare proposte, di spiegare quale visione dell’Italia vuole costruire. Quindi, non poteva andare diversamente: anno dopo anno la partecipazione politica si è affievolita, mentre cresceva una forte disaffezione per i partiti e in generale i corpi intermedi. Una disaffezione che è stata sottovalutata in modo imperdonabile. Trattata come fosse solo una fase di passaggio. Errore. 

ASTENSIONISMO E RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA

Le elezioni politiche e quelle regionali hanno confermato che la politica italiana non si trova dinanzi a una fase di passaggio. Il rischio che diventi la normalità è concreto, per questo ritengo che se oggi più della metà degli elettori non va a votare è molto preoccupante. Tremano le fondamenta stessa della rappresentanza democratica del nostro Paese, e c’è davvero poco da festeggiare o da perdersi nei distinguo di una vittoria o di una sconfitta. Tra chi afferma di avere vinto un po’ di più o magari di chi crede di avere perso un po’ meno. Occorre invece prendere atto e dire apertamente che la maggioranza degli italiani non riesce più a fidarsi dei rappresentanti politici.

Chi si è astenuto alle regionali, così come alle politiche, o che magari sono anni oramai che diserta le cabine elettorali, non riesce più a capirci. Sfuggono, giustamente, le ragioni di determinate scelte politiche che sembrano puntare esclusivamente alle divisioni fini a se stessi, ai distinguo personali, e alle fratture nel merito e nel metodo, relegando perciò i contenuti politici a questioni secondarie. Secondo errore. 

Ci sono infatti battaglie sociali, economiche e civili fondamentali per la crescita e lo sviluppo dell’Italia. Le forze politiche che dovrebbero presentarsi come alternative alle destre sono state finora incapaci di fare fronte comune, alimentando la disaffezione e lo smarrimento di una parte dell’elettorato. Gli italiani e le italiane che si astengono oggi, sono coloro che chiedono e pretendono unità sui contenuti e le battaglie politiche che le destre non hanno interesse a portare avanti. Penso alla crisi del lavoro, all’emergenza salariale, al rilancio della Sanità pubblica, all’Istruzione, ai diritti civili.

COMBATTERE L’ASTENSIONISMO COSTRUENDO L’ALTERNATIVA SUI TEMI

Le destre hanno già dimostrato di non avere a cuore il benessere per tutti, di non volere perseguire l’obiettivo dell’inclusione e dello sviluppo sostenibile, che ritengo indispensabili per realizzare le transizioni ecologica e digitale e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza entro il 2026, in modo che nessuno sia lasciato più indietro. Le forze democratiche, ovvero il centrosinistra, deve rendersi conto che l’astensionismo è un problema molto serio.

Deve cogliere subito l’occasione per affrontare di petto e con estrema chiarezza le ragioni che stanno allontanando o hanno da tempo allontanato milioni di italiani dalle urne. Sapendo che per fare buona politica non occorre autoreferenzialità. Anzi. Tanto che sono convinta che sia questo che la maggioranza degli italiani ci chiede per tornare a votare e partecipare in modo costruttivo alla vita democratica del Paese.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, Gruppo alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (Pse). Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.

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