Commissione UE ritiri i fondi europei per la produzione di carne sintetica

carne sintetica

La Commissione europea ritiri il finanziamento a Nutreco e Mosa Meat per la produzione di carne sintetica nel quadro di React-EU.

In una lettera, cofirmata da dodici europarlamentari in rappresentanza di tutte le forze politiche, e inviata al Commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, e per conoscenza al Presidente Ursula von der Leyen e ai Commissari Timmermans, Ferreira e Gentiloni, sollevo criticità e contraddizioni tecniche, giuridiche e politiche sulla decisione di utilizzare i fondi europei per il settore della carne sintetica.

C’è in corso una fase di sperimentazione i cui risultati di lungo periodo potrebbero essere nulli.

Nella risposta alla interrogazione da me presentata a ottobre scorso, il Commissario all’Agricoltura non chiarisce come sia possibile concedere i fondi europei alle due multinazionali.

Esse vengono così considerate “agricoltori attivi”. Non è chiaro neppure a quali meccanismi di controllo siano sottoposte.

Il finanziamento di progetti per la produzione di carne sintetica con i fondi del React-EU non è giustificato: non emergono con chiarezza né i motivi di urgenza né si rispettano i criteri più generali di ammissibilità.

Fatto preoccupante è che la Commissione non si sia posta il problema di portare il tema in discussione al Parlamento, deputato a trattare temi sensibili come questo.

Manca una valutazione di impatto indipendente circa le conseguenze dell’agricoltura cellulare sulla salute, sull’ambiente, sulla società, sull’occupazione e infine sui nostri territori.

Tale valutazione non può essere delegata alle stesse aziende che fanno ricerca sulla carne sintetica, beneficiando dei fondi europei, in un palese conflitto di interessi.

Siamo convinti che la Commissione abbia il dovere di essere più trasparente nei programmi di spesa finanziati dall’UE. Questo caso è un chiaro esempio che non trova alcuna giustificazione nella spesa specifica dell’UE, né tanto meno nelle necessità dell’UE.

Non è mai troppo tardi per fare marcia indietro