Intelligenza artificiale, la battaglia di Hollywood

Intelligenza Artificiale

Da più di 100 giorni, attori, autori, sceneggiatori e scrittori di Hollywood sono in sciopero davanti alle sedi degli studios cinematografici e delle piattaforme streaming per chiedere garanzie e trasparenza sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale ‘generativa’, migliori condizioni di lavoro e infine salari adeguati. Una mobilitazione così imponente da mettere a rischio moltissime produzioni. Persino eventi importanti come gli Emmy Awards e gli Oscar, al momento, sono rinviati a data da destinarsi.

DA HOLLYWOOD UN SEGNALE DA NON IGNORARE

Il 2 maggio scorso, contestualmente al lancio di Chat GPT di Open AI, gli sceneggiatori e gli autori danno il via a un durissimo sciopero. I sindacati non chiedono solo migliori condizioni di lavoro per 11.500 addetti ma sollevano anche le preoccupazioni degli scrittori, degli autori e degli sceneggiatori sui rischi legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale ‘generativa’.

Il segnale lanciato da Hollywood a New York e Los Angeles è quello di uno sviluppo e di un utilizzo indiscriminato, e senza regole, di questo tipo di intelligenza artificiale. Un segnale che non va ignorato.

L’obiettivo dell’Unione europea deve dunque essere quello di garantire subito trasparenza, tutele e diritti agli artisti e ai creativi anche e soprattutto dinanzi alla dirompente trasformazione tecnologica e digitale alla quale stiamo assistendo, prima che sia troppo tardi.

Come già vi ho raccontato in altri numeri della newsletter, al Parlamento europeo sto lavorando, in qualità di relatrice ombra, alla proposta di direttiva da presentare alla Commissione con l’obiettivo di rafforzare le condizioni di lavoro degli artisti e dei creativi in tutti gli Stati membri la cui discussione in aula riprenderà questo autunno.

Intanto, il prossimo 8 settembre parteciperò alla Mostra del Cinema di Venezia e parlerò di intelligenza artificiale nell’ambito artistico e creativo e dei rischi ad esso connessi ma anche delle difficili condizioni di lavoro e dei salari bassi.

TUTELE ADEGUATE IN UN CONTESTO CHE CAMBIA RAPIDAMENTE

Dalla pandemia a oggi abbiamo visto e toccato con mano le grandi opportunità che la tecnologia mette a disposizione per migliorare la nostra vita quotidiana. Tuttavia è necessario tutelare i lavoratori di tutti quei settori in cui gli algoritmi stanno diventando pervasivi. Lo abbiamo fatto con i lavoratori della cosiddetta gig economy, e ammettiamolo piuttosto in ritardo, ed è quindi nostro dovere intervenire anche per salvaguardare i diritti degli artisti e dei creativi per i quali credo che sia stato fatto troppo poco per risollevarne le condizioni di lavoro.

L’avvento della Intelligenza Artificiale generativa sia allora una ragione in più, cruciale, per accelerare sulla legge europea.

Artisti e creativi chiedono e pretendono giustamente protezione sociale, migliori condizioni di lavoro e salari adeguati. Discontinuità, precariato, scarse o addirittura inesistenti tutele sociali e previdenziali: sono tutti aspetti che rendono artisti e creativi una categoria estremamente vulnerabile.

In Italia sono almeno 400mila i lavoratori e le lavoratrici del settore della cultura, dello spettacolo e dell’arte, tra quelli censiti. Non consociamo infatti il numero esatto di addetti. Parliamo però di un settore con un peso economico e occupazionale rilevante. Senza contare il fatto che dalla loro creatività deriva il grande patrimonio di bellezza e conoscenza del quale tutti noi possiamo usufruire.

PERCHÈ L’USO DELL’ IA PREOCCUPA 
Intelligenza artificiale
Crediti: Agenda Digitale

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo del cinema non è una novità. Dagli inizi degli anni Duemila, infatti, il cinema e i programmi televisivi si avvalgono dell’utilizzo della intelligenza artificiale, in modo particolare per realizzare contenuti multimediali con l’intervento ‘creativo’ dell’uomo. Oggi la intelligenza artificiale non generativa e l’uomo coesistono e si completano. Non c’è un rischio di sostituzione uomo-macchina.

La capacità di auto-apprendimento dell’intelligenza artificiale ‘generativa’, al contrario, rappresenta una minaccia per i lavoratori e le lavoratrici ma anche per la qualità delle pellicole cinematografiche e dei programmi televisivi.

La intelligenza artificiale ‘generativa’ o Deep Learning è grado di produrre testi, immagini e video tramite l’input di dati e informazioni processati da algoritmi sofisticati in modo autonomo. L’Intelligenza artificiale ‘generativa’ simula il livello più elevato di elaborazione concettuale astratta finora mai osservata. Per questo motivo, il mondo di Hollywood chiede con forza diritti e garanzie sulla privacy e il copyright. L’elemento creativo è centrale e imprescindibile. E la intelligenza artificiale ‘generativa’ rischia di svilirlo. Nello scenario peggiore di cancellarlo per sempre.

Non è immaginabile un futuro senza tecnologia e intelligenza artificiale, sia chiaro. Ma bisogna fare in modo che l’arte, la cultura, la creatività restino prima di tutto manifestazione della creatività dell’Uomo, e che là dove interviene l’intelligenza artificiale il lavoro resti centrale e remunerato in modo equo e giusto.