Invecchiamento attivo, il mio sostegno al Manifesto AGE Platform

Nel 2002, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’invecchiamento attivo come

il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano.

Numerosi studi internazionali testimoniano il legame positivo esistente tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica, inclusa la percezione di una maggiore qualità e soddisfazione della vita. Gli anziani necessitano dunque di vedere riconosciuto un ruolo attivo nella società, restando liberi di uscire fuori dal mercato del lavoro sulla base di norme previdenziali eque e giuste per gli uomini e per le donne.

Questa premessa è essenziale, perché durante il mio mandato mi sono occupata di invecchiamento attivo, in particolare alla luce delle enormi difficoltà che le persone anziane hanno dovuto affrontare durante la pandemia di Covid-19 e che sono state costrette ad affrontare anche dopo, passata la fase più acuta e più difficile dell’emergenza sanitaria che ha colpito pesantemente l’Italia e altri paesi europei.

IL VECCHIO CONTINENTE INVECCHIA SEMPRE DI PIÙ

Tracciare una strada chiara e sicura per i nostri anziani è sempre più una necessità per l’Unione europea, tanto per ragioni economiche quanto per ragioni sociali. In atto c’è una duplice crisi: da un lato, la peggiore crisi demografica del continente e l’aumento delle persone over 65.

I dati Eurostat parlano chiaro. Entro il 2050, infatti, il 30% degli europei avrà più di 65 anni e il 56% avrà tra i 75 e gli 84 anni. Solo il 13% avrà invece meno di 55 anni. In Italia, ad esempio, il secondo Paese al mondo per longevità dopo il Giappone, dal 1980 al 2023 l’aspettativa di vita è aumentata di dieci volte.

A questo si accompagna un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa. Davanti a una crisi demografica senza precedenti, l’invecchiamento non può essere un problema né per l’Italia né per l’Unione Europea, ma deve essere vista come un’opportunità.

NO ALLA SILVER ECONOMY, SÌ ALL’INVECCHIAMENTO ATTIVO

Come ho spiegato, sono convinta che gli anziani debbano avere un ruolo attivo nella società europea. Così, già nel luglio 2021, la Commissione parlamentare per il Lavoro e gli Affari Sociali, di cui sono un componente, ha lavorato a un’importante iniziativa non legislativa (INI), Un vecchio continente che invecchia – Possibilità e sfide relative alle politiche di invecchiamento dopo il 2020. L’aspetto più importante del testo è rappresentato dalla critica al modello della Silver Economy, sostenuto con forza invece dai partiti conservatori con un unico scopo: togliere agli anziani la libertà di uscire dal mercato del lavoro quando vogliono, con il rischio di esacerbare disuguaglianze e discriminazioni.

Ora però è giunto il momento di dare concretezza alle proposte e ai principi generali affermati con convinzione in questa iniziativa del Parlamento europeo. Io ho scelto perciò, senza esitazione, di dare il mio pieno sostegno al Manifesto per una Strategia europea sull’invecchiamento attivo promosso da AGE Platform Europe.

Nel testo del Manifesto si chiede in modo chiaro che l’Unione Europea si prenda cura e tuteli adeguatamente gli anziani, costruendo un accordo intergenerazionale, adottando misure di assistenza sociale e sanitaria a lungo termine, garantendo pensioni adeguate e un reddito minimo di vecchiaia.

IL GENDER GAP NON HA ETÀ

Importante sarà poi abbattere la disuguaglianza di genere che esiste anche tra gli anziani. Secondo Eurostat, infatti, le donne anziane hanno pensioni più basse degli uomini anziani. Il rischio di povertà per le donne anziane nell’Unione europea è gradualmente aumentato dal 2013, e non si è mai fermato, nell’assenza di politiche adeguate per colmare un divario sociale ed economico che causa isolamento, esclusione sociale e discriminazione.

È inoltre fondamentale seguire le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha dichiarato:

Gli anziani hanno il diritto fondamentale e la libertà di scegliere quando abbandonare il mercato del lavoro. Non possono essere costretti a lavorare a lungo, perché lo Stato non offre altre alternative.

ANCORA TROPPI STEREOTIPI E PREGIUDIZI

Stereotipi, pregiudizi e discriminazioni sono frequenti anche nella fase dell’invecchiamento. Per questo le politiche che si metteranno in campo devono cercare il più possibile combattere quelle esistenti e di prevenire disparità ingiustificate e inaccettabili.

Allo stesso tempo, occorrono investimenti adeguati per rafforzare il sistema sanitario e renderlo adatto alle esigenze delle persone più anziane, destinando maggiori risorse e investimenti ai servizi sanitari locali, alle famiglie e ai servizi comunitari, come prevede anche il piano Next Generation EU per tutti gli Stati membri nel post pandemia.

Dobbiamo garantire la parità di accesso ai servizi essenziali, come i servizi di assistenza, gli alloggi, il cibo, i trasporti pubblici, i servizi bancari e il mantenimento di opzioni alternative ai servizi digitali. Dobbiamo farlo, allocando un adeguato livello di risorse pubbliche e permettendo agli anziani di continuare a usufruire del proprio tempo libero e intrattenendo relazioni interpersonali.

DIALOGO INTERGENERAZIONALE PER UNA MAGGIORE INCLUSIONE

Le istituzioni europee e i sindacati devono elaborare un accordo sociale per promuovere il dialogo tra giovani e anziani che si trovano ancora oggi, entrambi, ad affrontare le conseguenze della pandemia COVID-19, gli effetti dei conflitti internazionali e la crisi climatica.

Questo accordo tra generazioni sarà fondamentale per riconoscere la partecipazione, l’inclusione, i diritti sociali ed economici specifici, il benessere fisico e mentale, gli elevati standard di vita per le persone anziane e la promozione della solidarietà intergenerazionale sulle conoscenze e le competenze culturali, professionali e tecnologiche.

Nella prossima legislatura, l’Unione europea deve garantire una strategia europea per l’invecchiamento attivo, adottare la strategia europea per l’uguaglianza degli anziani per promuovere i diritti umani a tutte le età e abbattere le barriere che impediscono agli anziani di vivere in modo equo e libero nella nostra società.

Dobbiamo stabilire un forte coordinamento tra i servizi della Commissione europea e il Parlamento europeo e ristabilire l’Intergruppo sull’invecchiamento e la solidarietà tra le generazioni. L’Unione Europea deve prendersi cura e proteggere le persone anziane, il loro benessere. Per un futuro migliore.