La battaglia del grano ad una svolta: determinanti i corridoi verdi

la battaglia del grano

Il grano resta ancora bloccato in Ucraina al porto di Odessa, mentre anche grazie al nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, continuano sottotraccia gli sforzi diplomatici per trasportare il grano verso l’Europa e garantire così gli approvvigionamenti alimentari.

Per impedire che il grano resti bloccato in Ucraina o venga perduto, la Commissione UE ha presentato un Piano d’azione sull’export dei prodotti dall’Ucraina che come ho spiegato nei precedenti numeri della mia newsletter è strutturato per raggiungere un duplice obiettivo.

La battaglia del grano e la crisi alimentare globale

Gli sforzi diplomatici vedono l’Italia in prima linea assieme all’ONU per evitare una gravissima crisi alimentare globale. I cui primi effetti negativi sono già tangibili nei paesi più poveri del mondo, sottosviluppati, in guerra o colpiti da eventi climatici estremi come inondazioni e soprattutto siccità e carestie.

L’aumento del prezzo dei beni energetici non aiuta. Anzi. Affatica tutto il settore agroalimentare in Italia e in Europa. I prezzi dei beni di prima necessità continuano la loro corsa, e hanno raggiunto a marzo i massimi storici dal 1990. Anni caratterizzati da forte instabilità economico-finanziaria, inflazione persistente e speculazione che colpirono pesantemente il nostro Paese.

A pagare il prezzo più elevato di questa situazione mondiale drammatica saranno sicuramente anche i contadini che il cibo lo producono. Con 263 milioni di nuovi affamati e 827 milioni di persone che rischiano di scivolare in una condizione di gravissima insicurezza alimentare già entro il 2022. Per questo, sono convinta che la strategia dell’Unione europea, se portata a termine, aiuterà non solo il Continente ma anche gli Stati più fragili del mondo.

Secondo le stime di Oxfam, quella che stiamo vivendo è la peggiore ‘inflazione alimentare’, con conseguenze trasversali ma comunque differenti tra Nord e Sud del mondo. Ad esempio, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari incide per il 17% sulla spesa delle famiglie nelle economie dei paesi industrializzati. Mentre ad oggi pesa già fino al 40% nei paesi dell’Africa sub-sahariana.

La battaglia del grano è vinta con lo sblocco dell’export

Sbloccare quindi gli approvvigionamenti di grano in Ucraina è una priorità per l’Italia e per l’UE. Lo scambio di informazioni tra Kiev e Bruxelles è costante. La visita dei Capi di Stato e di governo d’Italia, Francia e Germania in Ucraina è un segnale forte che aiuterà a concretizzare il prima possibile, magari entro la fine di luglio, i corridoi verdi per ovviare al blocco del mar Nero ancora nelle mani delle navi russe.

I due nuovi corridoi via terra, su cui anche l’Italia sta lavorando, e che arriveranno in Polonia e in Romania sono un primo tassello. A cui ci auguriamo si aggiunga presto un terzo corridoio verde per collegare Kiev ai paesi baltici e accatastare quanto più grano possibile da Odessa.

La battaglia del grano, tra corridoi verdi e diplomazia

In un contesto così difficile e incerto, con il nuovo raccolto del grano ucraino alle porte, i corridoi verdi sono l’unica speranza per salvaguardare il commercio alimentare mondiale. Sono convinta che sia meglio un commercio più lento che un commercio bloccato che affamerà il mondo.

Come ha anche ribadito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, la risposta a questa crisi deve essere collettiva e multilaterale. L’auspicio è che il dialogo diplomatico sul grano conduca presto anche a un cessate il fuoco o una tregua. Ciò permetterebbe ai corridoi verdi di funzionare meglio e più rapidamente nell’interesse di tutti.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti.
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