Riforma dei Trattati europei? Antidoto contro gli estremismi

Riforma dei trattati

La Convention sovranista, organizzata e promossa dal leader della Lega, Matteo Salvini, è stata un mezzo fallimento, però, al contempo, ha messo in luce le divisioni all’interno della maggioranza di governo su tanti temi cruciali.

Dalla costruzione europea e il ruolo che dovrebbe ricoprire a livello internazionale l’Unione europea, passando perciò al sostegno all’Ucraina aggredita fino ai rapporti politici e commerciali che l’Italia e che l’UE dovrebbero avere con Mosca dopo l’invasione ingiustificata e ingiustificabile del Presidente russo, Vladimir Putin, il 24 febbraio 2022.

FLOP DELLA CONVENTION DEI SOVRANISTI A FIRENZE

Imbarazzanti le dichiarazioni di Salvini sul palco della Convention di Identità e Democrazia. Imbarazzanti le ore successive, quando il vice premier ha attaccato la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, mentre era in visita in Campania e Calabria.

Imbarazzante l’incontro istituzionale – già programmato – della europarlamentare dei Popolari europei a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Meloni e Salvini dicono di essere in buoni rapporti. Sarà. Ma l’Italia ha fatto un brutta figura. Perché a parlare non è più solo il leader di un partito sovranista, da sempre euroscettico, anzi, spesso anti europeista, come lo è oggi la Lega; ma è un ministro della Repubblica italiana e soprattutto il vice premier di un governo che invece dice di essere al fianco dell’UE, ribadisce il proprio ruolo nell’UE, in modo particolare, nel sostegno alle scelte di politica estera: dagli aiuti militari e umanitari a Kiev alla guerra israelopalestinese.

C’è una sola certezza. Salvini attacca la Presidente del Parlamento europeo Metsola parlando di inciucio. Ma sbraitando contro Bruxelles. Affiancandosi leader politici che parlano di restaurare la monarchia, che evocano complotti da parte della BCE, di segregazione dei migranti, di muri e filo spinato, di banchieri strozzini e di «abusivi» – parola di Salvini – che occupano i posti nelle principali Istituzioni europei, a mio avviso, per nascondere la propria debolezza interna ed europea. Per nascondere, quanto siano inconsistenti le idee di Europa che come estremisti e sovranisti dicono di volere portare avanti. A tratti hanno dell’assurdo, a tratti del ridicolo.

E così, mentre i sovranisti si danno appuntamento, ma è un flop, anche perché sia Le Pen sia Wilders non sono andati alla Convention di Firenze, e c’è chi continua a cercare o tessere alleanze con questi estremisti, noi continuiamo e continueremo a credere in una Europa diversa.

Migliore di quella immaginata dalle destre europee. Il nostro obiettivo è costruire e non distruggere. Puntare al progresso e guardare al futuro, avendo sempre in mano delle proposte e delle idee. Non restare ancorati al passato senza riuscire a immaginare mai una valida alternativa politica.

LA RIFORMA DEI TRATTATI EUROPEI NECESSARIA E URGENTE

La riforma dei Trattati europei è sicuramente una necessità e una urgenza, e alla Plenaria di Strasburgo di novembre, abbiamo sostenuto tutte le proposte di miglioramento della governance politica dell’Unione europea affinché sia sempre più vicina ai cittadini e alle cittadine, più forte, più resiliente alle minacce esterne e interne per portare avanti quel «processo costituente» ancora in corso.

Il mio mandato parlamentare è iniziato in parte con la forte esigenza di porre nuove basi politiche ed economiche a livello europeo, per mettersi definitivamente alle spalle esperienze disastrose come quelle legate all’Austerity, al rigorismo di Bilancio e infine all’eccessivo tecnicismo, quindi, alla distanza tra i territori e Bruxelles.

IL VOTO AL PARLAMENTO EUROPEO

Il 22 novembre scorso, il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha adottato con 305 voti favorevoli una proposta di risoluzione per chiedere formalmente l’apertura di una convenzione sul processo di riforma dei Trattati su cui l’Unione europea si fonda.

Un meccanismo rimesso in moto dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, lanciata nel maggio 2020, anche grazie al sostegno e all’entusiasmo del compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

LE RICHIESTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Nel testo, il Parlamento europeo chiede riforme che rafforzino la capacità dell’UE di agire e che diano più voce ai cittadini e alle cittadine. Tra le proposte presentate:

  • Un sistema più bicamerale per evitare situazioni di stallo, attraverso un maggiore ricorso al voto a maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria;
  • il riconoscimento al Parlamento europeo di un pieno diritto di iniziativa legislativa e del ruolo di co-legislatore per il bilancio a lungo termine;
  • una revisione delle norme sulla composizione della Commissione (rinominata “esecutivo europeo”). Tra queste, anche modifiche che riguardano la figura di Presidente della Commissione, che riceverà la nomina del Parlamento e l’approvazione del Consiglio (contrariamente a quanto avviene oggi) e potrà scegliere i propri Commissari in base alle preferenze politiche, tenendo conto dell’equilibrio geografico e demografico, e la possibilità di presentare una mozione di censura sui singoli Commissari;
  • la pubblicazione delle posizioni degli Stati membri dell’UE su questioni legislative, per garantire una maggiore trasparenza in seno al Consiglio;
  • la creazione di meccanismi di partecipazione adeguati e il rafforzamento del ruolo dei partiti politici europei, per dare più voce ai cittadini e alle cittadine.

COSA SUCCEDE ADESSO?

Con l’approvazione del testo, la presidente dell’Eurocamera dovrà notificare al Consiglio europeo la richiesta di presentare immediatamente le proposte di riforma dei Trattati, un altro importante risultato politico ottenuto in una Legislatura difficile ma anche straordinaria per i traguardi raggiunti, soprattutto, in seno al Parlamento europeo.

Il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo deciderà se proseguire con la richiesta del Parlamento UE, a maggioranza semplice.

DECISIONI PIÙ VELOCI PER AFFRONTARE LE SFIDE DI DOMANI

Ho sempre sostenuto la necessità di costruire una Nuova Europa più resiliente, più sostenibile e basata su un modello di sviluppo inclusivo ed equo.

La transizione verde e digitale ci pongono davanti obiettivi importanti da raggiungere in tempi brevi. Non possiamo pensare di affrontare tutto questo con meccanismi decisori macchinosi che impediscono l’azione. Il voto all’unanimità va superato proprio per non paralizzare l’Europa in questa corsa verso il futuro e affrontare al meglio le sfide e le crisi che potrebbero esserci. Lo abbiamo visto con la pandemia di Covid-19, prima, e con lo scoppio della guerra russo-ucraina dopo, quanto sia fondamentale riuscire a prendere decisioni velocemente per tutelare gli interessi dei cittadini, delle cittadine e delle imprese.

Allo stesso modo ritengo fondamentale che al Parlamento europeo, in quanto istituzione eletta direttamente dai cittadini e dalle cittadine, possa essere riconosciuto un ruolo più attivo nel processo legislativo, a complemento dell’attività di ascolto delle esigenze che arrivano dai territori e dagli stessi cittadini e cittadine.

Ieri a #firenze abbiamo assistito a una visione dell’Europa che non è quella che vogliono gli Italiani e le italiane, e lo hanno dimostrato.

Il sovranismo di #Salvini è un passo verso il passato ma la nostra Italia guarda avanti.
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— Daniela Rondinelli (@Dani_Rondinelli) December 4, 2023