Ungheria, governo ambiguo sui diritti con Fd’I e Lega a sostegno di Orbàn

Ungheria

Il ‘no’ di Fratelli d’Italia e Lega alla risoluzione del Parlamento europeo, con cui vengono bocciate le misure correttive del governo ungherese di Viktor Orbàn su corruzione e appalti pubblici dimostra la profonda ambiguità della maggioranza di governo sul rispetto dello Stato di diritto.

Una parte del governo italiano si schiera ancora una volta al fianco di un governo che ha varato in extremis interventi timidi e di facciata pur di non perdere 7,5 miliardi di euro del Next Generation Eu, che la Commissione europea ha proposto di congelare per problemi legati alla corruzione ma anche agli attacchi contro l’indipendenza della magistratura.

 

 

La risoluzione

Il 24 novembre, la Plenaria del Parlamento europeo ha evidenziato che le 17 misure correttive negoziate dalla Commissione e dall’Ungheria non sono sufficienti.

Sempre più sotto pressione, in difficoltà sul piano economico per la caduta del fiorino ungherese e con un deficit sempre più grande, l’amministrazione di Orbán ha assunto un tono più accomodante con le istituzioni europee dopo la minaccia di bloccare i fondi del PNRR a causa delle palesi violazioni dello stato di diritti nel paese.

Tra le riforme promesse da Budapest ci sono l’istituzione di una nuova autorità con ampi poteri per monitorare la gestione dei fondi europei, una task force anti-corruzione con il coinvolgimento della società civile, il rafforzamento delle regole contro la corruzione, il rafforzamento dei meccanismi di controllo, modifiche alla legge sugli appalti, più trasparenza per le fondazioni e i trust pubblici.

Resta da vedere però se Orbàn rinuncerà a tutta una serie di provvedimenti con cui ha incrinato la separazione tra il potere giudiziario e quello esecutivo, minando l’autonomia e la indipendenza della magistratura. Se, ancora, rinuncerà all’idea di dovere discriminare le minoranze e i cittadini per il loro orientamento sessuale. Infine, se tornerà sui propri passi rispetto alla libertà di stampa.

Al momento, infatti, nessun passo avanti concreto è stato fatto verso questa direzione e il rischio di uso improprio dei fondi dell’Ue in Ungheria rimane molto alto.

L’Ue non sia vittima delle pressioni ungheresi

Le pressione che l’Ungheria sta esercitando sulla Commissione e il Consiglio, bloccando decisioni cruciali dell’Unione, come 18 miliardi di euro di aiuti macro finanziari all’Ucraina e l’accordo sull’aliquota minima globale dell’imposta sulle società, rappresentano a mio avviso un vero e proprio abuso della regola del voto all’unanimità.

Il mio auspicio è che con questo voto da parte di Fd’I e Lega, il governo italiano non voglia sostenere l’Ungheria in Consiglio schierandosi così col governo Orbàn che va propagandando dentro e fuori l’Unione europea un inaccettabile modello di democrazia illiberale. Il messaggio che il Parlamento europeo ha inviato al Consiglio Ue è chiaro: non si possono erogare i fondi europei a chi porta avanti politiche che negano lo stato di diritto.

Ungheria-Italia, alleanza pericolosa

Se al prossimo Consiglio Ue che dovrà votare il blocco l’Italia si ‘allea’ con l’Ungheria e i paesi Visegrad ci potrebbero essere conseguenze serie per il nostro Paese. Penso ad esempio alla gestione dei flussi migratori e al piano sui ricollocamenti e rimpatri dei migranti che è ora al vaglio delle istituzioni europee. Su questioni così importanti, l’Italia ha bisogno di tutto il sostegno e la solidarietà degli Stati membri. Isolarsi e prendere le parti di soggetti che violano palesemente i valori fondanti dell’Unione rischia di compromettere il raggiungimento di risultati importanti e necessari.

In un momento storico così delicato, come quello che stiamo vivendo, continuare ad avere atteggiamenti ambigui verso una “democrazia illiberale”, come lo stesso Orban ha definito quella ungherese, è controproducente per l’Europa e l’Italia stessa. C’è una interdipendenza storica, culturale, sociale e non solo economica tra l’Italia e l’Ue. Ed è evidente che, oggi più che mai, alcuni obiettivi fondamentali non si possono raggiungere da soli, ma solo con il sostegno dell’Unione europea libera e democratica.

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto. Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.