Lavoratori creativi, precari e atipici: subito diritti e tutele certe!

Lavoratori creativi

La pandemia Covid 19 ha colpito duramente determinate categorie di lavoratori, sicuramente gli artisti e i creativi. Le restrizioni per contenere il contagio hanno costretto centinaia di migliaia di lavoratori ha subire pesanti perdite economiche e sociali, con concerti, spettacoli teatrali, mostre, festival cancellato o vietati. Ma la pandemia Covid-19 ha anche portato all’attenzione del Legislatore europeo i problemi che rendono oggi questi lavoratori tra i meno tutelati e tra i più precari in Italia e in Europa.

LAVORATORI CREATIVI E STRUMENTI DI TUTELA

Le condizioni di protezione sociale e salariale degli artisti e dei creativi sono un po’ ovunque eccessivamente fluide e precarie. In tutti i paesi europei abbiamo constatato la totale mancanza di un sistema chiaro di tutele e garanzie che riconosca a questi lavoratori e lavoratrici diritti fondamentali e ne valorizzi le produzioni artistiche: dalla scrittura alla opera d’arte.

Una decina di anni fa, il Legislatore europeo è intervenuto chiedendo l’adozione di uno Statuto sociale degli artisti. L’Unione europea chiedeva agli Stati nazionali di attivare misure a garanzia della vita professionale degli artisti e dei lavoratori creativi.

E di provvedere a un registro “registro professionale europeo”, immaginato per raccogliere le eterogenee esperienze di questi lavoratori e lavoratrici. Timidi i tentativi di intervento a favore degli artisti: nel 2014 con l’Art Bonus e nel 2017 con l’Italian Council.

Il primo strumento prevede importanti benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta per chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura. L’Italian Council, con un budget di 1.700.000 euro, finanzia progetti che prevedono la promozione internazionale di artisti (e dal 2019 anche di curatori e critici) oltre che l’incremento delle collezioni pubbliche.

Entrambi gli strumenti, però, non sono sufficienti a garantire una continuità di ricerca artistica né tanto meno a compensare i forti squilibri di reddito a cui sono soggetti i lavoratori creativi.

I PROBLEMI DEL SETTORE CULTURALE E CREATIVO

L’universo della creatività artistico-culturale è composto in larga parte da piccole e medie imprese, in molti casi anche micro imprese. Mentre le grandi aziende sono prevalentemente attive nelle attività di programmazione e trasmissione.

Inoltre, il settore culturale e creativo è composto da un gran numero di liberi professionisti e lavoratori interinali. È su questi lavoratori atipici che molte piccole imprese del settore si affidano per svolgere attività culturali e creative.

Artisti e professionisti creativi tendono a essere coinvolti nella mobilità transfrontaliera, che spesso è una componente centrale della traiettoria professionale delle loro carriere. I modelli di mobilità possono essere imprevedibili e molto spesso dipendono dal tipo di progetti e opportunità a disposizione di un artista o di un professionista creativo. Vi è sempre più un passaggio dal modello di occupazione standard a forme di lavoro atipiche.

A tutto questo si aggiungono problematiche nuove derivanti dalla diffusione delle tecnologie digitali e dell’Intelligenza Artificiale anche nel settore dell’arte e della creatività. Prendiamo il caso delle arti figurative, ad esempio. L’immensa offerta di database di immagini, presenti in rete con descrizioni testuali, permette di diventare facilmente un artista della “Crypto arte” a danno della proprietà intellettuale dell’opera e del diritto d’autore.

L’AZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

La cultura e la libertà delle arti contribuiscono in misura significativa alla vivacità della società e consentono a tutti i segmenti della stessa di esprimere la propria identità, favorendo la coesione sociale e il dialogo interculturale. Ma c’è di più. La cultura e le arti gettano anche le basi di un’Unione europea sempre più unita e possono svolgere un ruolo fondamentale nella promozione della transizione digitale e della transizione verde.

Per questo motivo il Parlamento europeo è intervenuto sulla questione con una Relazione votata a ottobre 2021 con la quale chiede alla Commissione europea una migliore cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri per fornire informazioni agli artisti che lavorano a livello transfrontaliero, in particolare per alleviare gli oneri burocratici ed evitare la doppia imposizione.

Quella dei lavoratori creativi è una categoria molto vasta che a mio avviso avrebbe bisogno in primo luogo di un riconoscimento reciproco e un quadro europeo che ne regoli lo status. La Relazione evidenzia inoltre come l’accesso ai finanziamenti e alle capacità imprenditoriali sia essenziale per gli artisti, i quali dovrebbero avere accesso alla formazione imprenditoriale li aiuti a tradurre la loro creatività e le loro idee in una fonte affidabile di reddito.

CULTURA, CREATIVITA’ E DIRITTI UMANI

C’è poi una crescente preoccupazione per la tenuta di alcuni diritti umani di fatto sotto attacco anche in alcuni paesi europei. Ci sono state restrizioni alla libertà di manifestazione del pensiero e quindi alla libertà artistica oppure alcuni governi nazionali hanno indebitamente influenzato e nel peggiore dei casi limitato musei e istituzioni artistiche. Gli artisti della comunità LGBTIQ+ per esempio sono stati presi spesso di mira, ma anche le donne e le minoranze: censure e limitazioni che di fatto indeboliscono la diversità culturale ed artistica dell’Unione europea.

Al Parlamento europeo sono responsabile di una iniziativa legislativa che punta a proteggere artisti e creativi, in un contesto di mercato e occupazionale diverso a quello precedente la pandemia Covid-19, e la mia priorità sarà di arrivare fino in fondo garantendo loro tutele sociali, un salario adeguato, pari diritti e dignità al pari di altri lavoratori, a difendere e valorizzare le loro opere, contributi e produzioni artistiche.

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, Gruppo alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (Pse). Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.