Made in Italy, agroalimentare 4.0 difesa e valorizzazione

made in Italy

Come ho ricordato nel mio intervento alla Conferenza organizzata da Aepi: il made in Italy nel settore agroalimentare è da sempre sinonimo del mangiare bene e sano. Nel 2020 ha ottenuto numeri record, in parte inaspettati, nonostante la pandemia che ha colpito i consumi in tutto il mondo.

Dunque, la crisi economica non ha danneggiato come si poteva temere il made in Italy. Anzi ha portato a una crescita esponenziale dei prodotti agroalimentari italiani all’estero. Entro il 2021 il nostro Paese prevede di superare i 50 miliardi di euro di fatturato.

 

Made in Italy, Tra vecchie e nuove sfide

Con questa premessa, ho sottolineato che l’Italia non deve mai sottovalutare i rischi e le minacce a cui è esposto il made in Italy, soprattutto con dei numeri da capogiro. Con il crescere della domanda, infatti, è ancora più facile che i prodotti agroalimentari italiani finiscano nelle maglie della contraffazione, delle imitazioni e delle concorrenza sleale.

Ho raccontato il mio lavoro al Parlamento europeo, dove, in Commissione Agricoltura e Ambiente, ho contribuito a migliorare il testo della Farm to Fork Strategy in chiave sostenibile sia a livello ambientale sia a livello sociale.

Il mio intervento ha poi toccato il tema della sovranità alimentare che l’Unione europea può raggiungere grazie alla digitalizzazione e alla innovazione. Non a caso sentiamo sempre più spesso parlare di Agricoltura 4.0. Il settore dovrebbe mirare a una produzione più attenta, anche contro gli sprechi, ed efficiente. Mai intensiva. Come?

  • Variando la produzione;
  • Riducendo la pressione sull’acqua e il suolo;
  • Tutelando biodiversità ed ecosistemi.