Newsletter 62, 9 febbraio Insieme con Daniela verso la nuova Europa

Newsletter 62

Newsletter 62- Le proteste di migliaia di agricoltori che stanno scuotendo molti paesi europei sono fondate. Gli operatori del comparto agricolo e zootecnico infatti stanno affrontando difficoltà derivanti dalle crisi innescate, prima, dalla pandemia di Covid-19, poi, dallo scoppio dei due conflitti, ancora in corso. Tuttavia, ci sono movimenti estremisti, anti-sistema e anti-europeisti che stanno approfittando dei problemi reali degli agricoltori, degli allevatori e delle piccole e medie imprese per entrare elettoralmente in campo.

Questi gli altri argomenti che ho approfondito:

  • CONIUGARE AGRICOLTURA E AMBIENTE È POSSIBILE. ECCO COME

Nelle settimane in cui i trattori puntano alle grandi città europee, ho ottenuto almeno due risultati importanti. Uno di questi, riguarda il via libera al regolamento europeo sulle Tecniche di Evoluzione Assistita o Nuove Tecniche Genomiche. L’altro, invece, riguarda la riforma della Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti altrettanto importante per rafforzare le politiche ambientali dell’Unione europea, la piena attuazione del Green Deal e al tempo stesso tenere presente le esigenze reali degli agricoltori.

  • VIOLENZA SULLE DONNE: NO AL CONSENSO. DELUSIONE, DIRETTIVA DEBOLE

La Direttiva europea sulla violenza contro le donne è la prima legge dell’Unione che, grazie al lavoro dei progressisti e dei riformisti al Parlamento europeo, puntava originariamente all’introduzione del principio del consenso, con lo scopo di rafforzare la posizione delle donne in caso di violenza fisica e sessuale. Purtroppo, l’articolo 5 è stato bocciato da metà dei paesi europei. Lo stralcio del principio del consenso ha annacquato la Direttiva e ha cancellato ogni possibilità di garantire alle donne tutele certe e stringenti contro lo stupro.

  • UCRAINA, L’EUROPA È DAVVERO PIÙ FORTE DEL VETO DI ORBAN?

Il 1° febbraio 2024 si è tenuto un Consiglio europeo straordinario, il primo del nuovo anno. Convocato dal presidente, Charles Michel, doveva servire a trovare una soluzione politica per sbloccare l’empasse sugli aiuti all’Ucraina, dopo il veto del Premier ungherese, Viktor Orban, al nuovo pacchetto di oltre 50 miliardi di euro.

Potete inoltre rivedere la mia intervista a CusanoNews7 a questo link.