PAC, con condizionalità sociale lotta senza quartiere al caporalato

PAC

Oggi (23 novembre 2021, ndr) alla Plenaria del Parlamento europeo si è svolta una discussione congiunta sulla PAC, la Politica Agricola Comune 2021-2027 importante per il settore a livello europeo e nazionale.

Sono intervenuta durante la discussione congiunta sottolineando che l’accordo raggiunto, frutto di negoziazioni durate tre anni e mezzo, è fondamentale perché garantisce il mantenimento della PAC, integrata – per la prima volta – da una architettura verde e dalla condizionalità sociale.

Un principio secondo cui non potranno accedere ai fondi europei le aziende agricole che non rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori agricoli.

PAC, la vera sfida comincia da domani

Gli Stati Membri dovranno saper declinare i nuovi principi nei Piani Strategici Nazionali. Accompagnando migliaia di piccoli agricoltori ad innovare e rendere sostenibili le loro produzioni, garantendo il loro giusto reddito.

Per questo l’allineamento della PAC col Green Deal dovrà associare certezza giuridica ad obiettivi ambiziosi, monitorabili e realistici.

La condizionalità sociale dovrà stroncare il caporalato e premiare chi crea occupazione di qualità, consentendo la detrazione dei costi di manodopera dal calcolo sul capping.

È giunto il momento di estendere l’obbligo d’indicazione del Paese d’origine a tutti i prodotti. Di respingere sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore. Di assicurare una proiezione esterna forte della PAC, garantendo negli accordi commerciali la reciprocità degli standard ambientali, sociali e sanitari.

Solo tenendo insieme la dimensione locale e globale, così come i tre pilastri della sostenibilità, potremo davvero rafforzare il settore agroalimentare, facendolo diventare avanguardia della rivoluzione verde e sociale che la nuova Europa intende rappresentare.