Salario minimo, missione compiuta. Il sì da cui nasce l’Europa sociale

salario minimo

Sul salario minimo, la prima grande soddisfazione è arrivata dopo il voto in Commissione Occupazione e Affari Sociali l’11 novembre scorso.

Il via libera definitivo dell’Eurocamera alla direttiva sul salario minimo è stata invece una emozione per tutto il MoVimento Cinque Stelle che ha fatto di questa misura una battaglia in Italia e in Europa, inserendola nel programma politico nel 2019 e ponendola come condizione al sostegno a Ursula von der Leyen.

Ricorderete che a settembre 2020, durante il discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea ha parlato del salario minimo. Della dilagante povertà lavorativa in Europa, della necessità di realizzare l’importante Pilastro dei diritti sociali. Irrealizzabile in assenza di una garanzia di retribuzioni adeguate e di una vita dignitosa a tutti i lavoratori.

Salario minimo, con il sì del Parlamento europeo nasce l’Europa sociale

Ho raccontato perché la direttiva sui salari minimi adeguati ed equi è importante per l’Europa e per il nostro Paese. Oggi, che abbiamo a disposizione oltre 190 miliardi di euro da destinare alla ripresa, alla crescita economica e al benessere sociale post Covid-19.

L’Italia e l’Unione europea hanno bisogno di rafforzare la dimensione sociale e il benessere di tutti i cittadini, soprattutto, dei più deboli e degli esclusi – lavoratori poveri, disoccupati, giovani precari, donne per perseguire e mantenere una crescita solida.

Il sì del Parlamento europeo alla direttiva sul salario minimo, così come approvata in Commissione Occupazione e Affari Sociali, che presenta elementi a dir poco rivoluzionari per il mercato del lavoro europeo e italiano, è un punto di svolta per dar vita finalmente a una Europa più sociale e più equa.

Salario minimo, il mercato del lavoro che cambia

Negli ultimi 30 anni il mercato del lavoro ha subìto molteplici cambiamenti. Talvolta profondi e repentini. E la politica europea e nazionale non è stata sempre capace di governarli al meglio, offrendo risposte e soluzioni adeguate a tutela dei lavoratori.

La gig economy o economia dei lavoretti è solo un esempio di quei cambiamenti, che incidendo sul modo di lavorare, ha influenzato di fatto la vita di milioni di persone.

La logica dell’economia di mercato, proiettata al profitto, non serve se si vuole costruire una crescita duratura e solida. L’Europa e l’Italia possono ribaltare questa logica, al fine di rafforzare la dimensione sociale anche grazie al salario minimo.

…il salario minimo medicina contro la povertà lavorativa dilagante

Sono convinta che il salario minimo sia uno dei tanti strumenti utili per avviarci verso questa strada. Non smetterò mai di ripetere che i tempi sono maturi. Che abbiamo bisogno del salario minimo se non vogliamo trovarci dinanzi a un esercito di working poor.  A oggi quasi 5 milioni di persone che non percepiscono una retribuzione adeguata per vivere in modo dignitoso.

Il MoVimento Cinque Stelle ha inserito il salario minimo nel programma politico sin dal 2013. Ed è con coerenza che ha assunto l’impegno di portare avanti questa battaglia.

Lo abbiamo fatto fino in fondo. Già poche ore dopo la votazione in Commissione Occupazione e Affari Sociali (11 novembre 2021, ndr) tanto il presidente del MoVimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, quanto il ministro, Luigi Di Maio, non hanno esitato a manifestare la loro soddisfazione per il lavoro svolto al Parlamento europeo.

Salario minimo, come opportunità per una occupazione di qualità

Il nostro impegno non si ferma qui. Vogliamo che il salario minimo diventi una realtà in Italia e in Europa, dove questo strumento potrà ridurre i forti squilibri esistenti nel mercato interno.

Un argine contro il dumping salariale e sociale, la concorrenza sleale e le delocalizzazioni predatorie che ogni giorno rischiano di mettere in ginocchio territori e lavoratori.

Il salario minimo è una grandissima opportunità. E aiuterà a combattere le disuguaglianze esistenti per una economia più sana, equa e sociale.  Con il via libera del Parlamento europeo, possiamo dire con orgoglio: missione compiuta anche perché questa direttiva, votata a grande maggioranza anche dalle destre, aiuterà a creare occupazione di qualità.

…contro le disuguaglianze del mercato del lavoro

Il mercato del lavoro soffre ancora la disparità di genere, inaccettabile nel terzo millennio, e profonde disguaglianze generazionali: i giovani infatti stanno pagando il prezzo più alto di due crisi economiche, che si sono susseguite a distanza di una decina anni, e di quei cambiamenti, a cui ho accennato poco prima, che tutti i corpi intermedi non sono riusciti a intercettare e “governare” al meglio.

Sono convinta che tutto il lavoro fatto in Commissione Occupazione e Affari Sociali al Parlamento europeo, dopo circa un anno di discussioni e lavori parlamentari per migliorare la proposta della Commissione europea, presentata a ottobre 2020, sia un risultato storico visto il percorso politico non sempre facile e dai risvolti mai scontati.

Ricordo infatti che abbiamo dovuto vincere le resistenze dei Paesi scandinavi e frugali. Abbiamo scongiurato l’inserimento nel testo di una opzione che avrebbe dato diritto ai Paesi di non recepire tutta o parte della direttiva. Con questa opzione, lo scopo del testo legislativo sarebbe stato indebolito e non avremmo potuto parlare in nessun caso di vittoria per i lavoratori.

Salario minimo, una grande opportunità per l’Italia

Nessuno si salva da solo. Lo abbiamo imparato con la pandemia. La “Nuova Europa” di cui mi sentite parlare spesso passa anche da questa direttiva che ritengo essere un atto politicamente coraggioso e sensato.

Il ringraziamento di Luigi Di Maio ci ricorda il peso di questa prima vittoria che io dedico ai lavoratori e alle nostre convinzioni.

Adesso ci aspettiamo che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, difenda in sede di Consiglio l’ambiziosa posizione del Parlamento europeo, visto che con il voto di oggi sarà il testo dell’Eurocamera a finire in Consiglio.

Anche se la direttiva non obbliga l’Italia ad adottare il salario minimo, io credo che sia arrivato il momento di affrontare il problema di un mercato del lavoro sempre più frammentato e sottopagato.

L’auspicio è che venga approvata in via definitiva durante la presidenza francese dell’Unione, nel primo semestre 2022.

Se non avessi fatto mia questa battaglia, assieme al MoVimento Cinque Stelle, avrei tradito i principi su cui si fonda l’Europa ma anche la nostra Costituzione. E avrei perso la grande opportunità di stare dalla parte giusta. Delle persone. Dei lavoratori. Dell’interesse collettivo.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.