Salario minimo, vigilerò che sulla direttiva l’Ue non si limiti a meri annunci

salario minimo

Una recente ricerca della Confederazione europea dei sindacati dice che il 15% dei lavoratori poveri europei non solo ha difficoltà ad arrivare a fine mese, ma non ha neanche il denaro necessario per pagare le bollette energetiche. In Italia questa situazione appare davvero preoccupante con il 26% dei lavoratori che non riesce a soddisfare bisogni essenziali.

Stiamo parlando dell’equivalente di 834mila lavoratori e famiglie per le quali anche accendere il riscaldamento in casa nei mesi invernali diventa un lusso.

Una situazione inaccettabile per un Paese come l’Italia che siede ai tavoli internazionali più importanti. E che aspira ad acquisire un ruolo da protagonista nel processo di ripresa economica e sociale dell’Europa post-pandemia.

Mi convinco sempre di più, quindi, che sia arrivato il momento di agire per dare concretezza a misure volte realmente a restituire dignità al lavoro e ai lavoratori. E il salario minimo è senza dubbio una di queste.

Ricordo sempre che l’Italia è tra i pochi paesi europei che ancora non ha adottato il salario minimo. Ma ormai da qualche tempo il dibattito su questo strumento sta diventando sempre più centrale anche nel nostro Paese.

Salario minimo, le parti sociali al centro del dibattito

Il 24 e il 26 settembre si è svolta a Bologna la Convention sul lavoro, Futura 2021, organizzata dalla Cgil. Hanno preso parte anche Cisl e Uil ed esponenti politici che per la prima volta hanno messo sul tavolo della discussione il salario minimo. Più in generale, d’accordo sulla necessità di un intervento contro il dumping sociale e salariale.

A spingere sul salario minimo è stato il presidente del MoVimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Riguardo al salario minimo, credo che sia necessario riconsegnare alla contrattazione collettiva un ruolo centrale nel mercato del lavoro. Nell’ultimo decennio infatti essa si è fortemente indebolita. Di oltre 900 contratti esistenti, oltre un centinaio sono contratti pirata che contribuiscono a danneggiare i diritti e le tutele dei lavoratori.

Per questo, ritengo molto positiva l’apertura dei sindacati in merito al salario minimo, così come l’incontro tra governo e parti sociali per arrivare a concludere un “Patto sociale” sui temi più caldi post pandemia: salute e sicurezza sul lavoro, diritti sociali e pensioni.

Il salario minimo rappresenta una garanzia per milioni di lavoratori dinanzi al mercato del lavoro che si è già in parte delineato, in cui in tanti, troppi, percepiscono anche 3 euro l’ora.

A parlarne è stato anche  il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, il quale ha ricordato come in diversi Stati, i governi hanno annunciato di aumentare il salario minimo, dalla Germania agli Stati Uniti.

Concordo con Tridico, anche l’Italia deve risolvere il problema dei salari, proprio perché una crescita costruita su un mercato del lavoro precario non è una crescita sana o solida.

Salario minimo, in Europa vigilerò che agli annunci seguano misure concrete

Proprio alla Convention sul Lavoro della Cgil il commissario europeo, Nicolas Schmit, ha parlato del salario minimo europeo. A Bruxelles la discussione sulla direttiva è ancora in corso ed è fondamentale che si arrivi presto ad una conclusione con l’approvazione di una direttiva.

Alle dichiarazioni di Schmit, si sono poi aggiunte anche quelle di Thierry Breton, commissario alle politiche del mercato interno. Entrambi hanno lasciato intendere una accelerazione nell’approvazione della direttiva sul salario minimo europeo già durante la Presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea, così come auspica il Movimento 5 Stelle.

 

Salario minimo, il rischio della piega conservatrice

Nel testo in discussione al Parlamento europeo è previsto un aumento della copertura della contrattazione collettiva e misure anti dumping sociale. Tuttavia i negoziati in seno al Consiglio rischiano di prendere una piega conservatrice.

L’attuale presidenza di turno della Slovenia si è rivelata sin dal primo giorno deludente rispetto alle politiche per l’occupazione e il contrasto alla povertà. La tanto attesa votazione sul testo della direttiva, prevista per la fine di settembre in Commissione Occupazione e Affari sociali, ha già subìto uno slittamento alla fine di ottobre.

In diverse occasioni ho spiegato che il salario minimo è un’arma contro le storture del mercato e più in generale della globalizzazione. Bisogna impedire nel modo più assoluto che il costo del lavoro diventi un’esca per attirare grandi imprese in quei paesi dove i lavoratori ricevono salari bassissimi. Agevolati da una contrattazione collettiva di fatto inesistente.

Il Movimento 5 Stelle vigilerà che la montagna non partorisca il topolino e che agli annunci seguano misure reali e concrete. Un aumento dei salari in tutta Europa – per quanto riguarda l’Italia la misura riguarderebbe una platea di 4 milioni di lavoratori – risponderebbe all’esigenza di una maggiore equità nel mondo del lavoro. E aiuterebbe le aziende italiane a competere in modo più sano con quelle che hanno la sede nei Paesi dell’Est Europa.

Il nostro obiettivo è trasformare l’Europa nel Continente dei diritti e delle opportunità e con il salario minimo siamo convinti di riuscirci.

 

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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