Salute e sicurezza, in UE tolleranza zero contro le morti bianche

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Lo scorso 9 marzo, la Plenaria del Parlamento europeo ha votato la relazione sulla salute e sicurezza sul lavoro post-2020.

Si tratta di un testo importante che stabilisce il principio della tolleranza zero per le morti sul lavoro.

Morti sul lavoro, numeri ancora troppo alti

I dati sugli infortuni sul luogo di lavoro sono purtroppo drammatici. L’ultimo bollettino trimestrale dell’Inail parla di ben 1.221 incidenti con esito mortale nell’intero arco del 2021. Una mattanza che solo in Italia conta quasi quattro vittime in media al giorno.

Complessivamente, le denunce di infortunio sul lavoro nell’anno appena trascorso sono state 555.236 (+0,2% rispetto al 2020). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate: 55.288 (+22,8% rispetto al 2020).

Basti pensare, ad esempio, che nel nostro Paese circa ottomila decessi all’anno sono imputabili all’esposizione a sostanze cancerogene sul posto di lavoro. Una strage silenziosa che purtroppo non riceve l’attenzione necessaria dalla società e dai media.

Sono quindi soddisfatta che l’Eurocamera abbia approvato un testo più ambizioso rispetto a quello proposto dalla Commissione europea.

Il mio contributo per migliorare il testo

Il Movimento 5 Stelle ha dato un contributo sostanziale, migliorando e rafforzando alcuni aspetti che inizialmente risultavano più deboli.

Ho infatti presentato 18 emendamenti, tutti approvati, grazie ai quali sono stati stabiliti dei principi fondamentali.

Penso ad esempio alla necessità di adottare un approccio unico e coordinato per tutelare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Come più volte ho chiesto nei miei interventi in Commissione Occupazione e Affari sociali, la Strategia definisce oggi obiettivi e indicatori chiari e misurabili su salute e sicurezza sul lavoro.

Ho ribadito inoltre la necessità di presentare una direttiva ad hoc che includa la lista delle malattie occupazionali (oggi contenute in una raccomandazione). È importante infatti individuare gli elementi necessari per il riconoscimento e per un’adeguata compensazione.

Mi preme sottolineare che quanto previsto dal testo votato dal Parlamento europeo riguarda indistintamente tutti i lavoratori, siano essi subordinati o autonomi.

Particolare attenzione è dedicata anche ai lavoratori delle piattaforme. Ad essi è necessario garantirne la salute e la sicurezza non solo fisica, ma anche mentale.

In un mercato del lavoro sempre più digitalizzato non possiamo non prendere atto dei gravi limiti che attualmente riguardano la gestione del personale tramite algoritmi. Così come della assoluta necessità di regolamentare i nuovi processi aziendali.

Salute e sicurezza, impegno comune per tutta l’Ue

In definitiva, se vogliamo realmente centrare l’obiettivo “zero morti” sul lavoro, non possiamo più limitarci a mere dichiarazioni d’intenti, ma dobbiamo agire con finanziamenti adeguati e meccanismi vincolanti uguali per tutti gli Stati membri. Solo così possiamo stroncare le forme più scandalose di dumping compiute sulla pelle dei lavoratori.

Trovo assurdo pensare che nel momento in cui l’Unione europea monitora le performance economiche e sociali degli Stati nel quadro del semestre europeo, non si tenga conto di indicatori chiave come gli infortuni e i decessi sul lavoro nell’ottica di una loro progressiva riduzione.

La salute e la sicurezza non possono e non devono essere più un optional, ma un diritto inalienabile di ogni lavoratore nonché il caposaldo di una società davvero equa e civile.

 

Servizio offerto da Daniela Rondinelli, deputata al Parlamento europeo, non iscritti.
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