Sos opere strategiche, il bluff della tratta Roma-Pescara

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Ponti, viadotti, gallerie, porti, strade e autostrade, reti ferroviarie. L’Italia ha un problema serio con le opere strategiche. Lo sviluppo dei territori dipende però proprio dalle infrastrutture. In modo particolare, quelle legate ai trasporti. I grandi progetti, compresi quelli di ammodernamento di opere esistenti, devono migliorare la qualità della vita dei cittadini e delle cittadine. Concorrere alle trasformazioni cruciali del ventunesimo Secolo, quella ecologica e quella digitale.

OPERE STRATEGICHE, VENTI ANNI DI RITARDI

Dal patto con gli italiani, lanciato da Silvio Berlusconi nel 2001 a oggi, molte delle opere strategiche utili al rilancio dell’Italia, e specialmente a combattere le sperequazioni Nord-Sud, non sono state ancora realizzate.

Vent’anni dopo, infatti, diversi cantieri non sono mai partiti. Il caso della tratta Roma-Pescara è esemplare. C’è una farraginosità del sistema Paese, incapace di realizzare in tempi congrui una serie di opere strategiche. Farraginosità, in parte, strutturale e in parte, alimentata dalle crisi, dall’instabilità dei governi, infine, dalla politica. Sfruttando l’opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), l’Italia avrebbe potuto colmare ritardi decennali o ventennali. Purtroppo non c’è da stare tranquilli.

Nel Piano, infatti, sono stati inseriti tutta una serie di progetti legati alla realizzazione di opere strategiche senza le quali il nostro Paese non può portare a termine le transizioni ecologica e digitale e rispettare gli ambiziosi obiettivi che l’Unione europea si è posta in questa legislatura, per affrontare l’emergenza climatica e governare lo sviluppo rapido delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale.

Il governo Meloni però ha smantellato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza creando un danno enorme soprattutto ai territori. Critica rispetto alla revisione proposta dall’Esecutivo, e approvata dalla Commissione europea, originariamente il raddoppio della tratta Roma-Pescara era stato inserito nel Piano per consentire di ridurre i tempi di percorrenza tra la Capitale e il capoluogo abruzzese. Il progetto avrebbe migliorato la qualità della vita delle migliaia di lavoratori e studenti pendolari.

LA TRATTA ROMA-PESCARA DIVENTA UN CASO POLITICO

Questo progetto è diventato un caso politico. Il governo Meloni ha deciso di stralciarlo dal Piano, promettendo in modo vago di individuare altri fondi per realizzare il raddoppio. Ma per mesi non abbiamo sentito proferire una sola parola dal governo.

L’ammodernamento della linea ferroviaria Roma-Pescara era destinato a morire. Di nuovo. Salvo la fugace lamentela dell’uscente presidente della Regione Abruzzo Marsilio – oggi candidato del centrodestra e fedelissimo di Giorgia Meloni – contrario allo stralcio dell’opera dal Pnrr, né Meloni né Salvini si sono mai interessati del destino della linea ferroviaria.

Troviamo, quindi, strumentale che a distanza di qualche settimana con l’avvicinarsi delle elezioni in Abruzzo, il governo abbia trovato improvvisamente i fondi che mancavano per proseguire con il progetto. L’annuncio di Meloni, seguito da quello di Salvini, più in qualità di concorrente della Premier che di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è una presa in giro per migliaia di cittadini e di cittadine.

“Non volevamo permetterci di rinunciare a un’opera così strategica e con coraggio abbiamo stralciato il finanziamento e ci siamo messi a individuare altri finanziamenti. Annuncio che la Roma-Pescara si farà: grazie al lavoro in particolare del ministro Salvini e del ministro Fitto il Governo ha trovato le risorse che servono per la realizzazione dell’opera a valere sul fondo di sviluppo e coesione. Nei prossimi giorni il Cipes sarà convocato per gli adempimenti concreti per stanziare le risorse.”

Primo, perché si tratta di una resa dei conti politica tutta interna tra Meloni e Salvini che nulla a che fare con i bisogni e le esigenze dei territori interessati. La sconfitta elettorale in Sardegna ha avuto delle ripercussioni all’interno della maggioranza di governo. L’Abruzzo rappresenta un’altra importante partita elettorale per misurarsi in termini di stabilità.

Secondo, in realtà, Meloni ha dichiarato che lo stralcio della tratta Roma-Pescara era giustificato dall’impossibilità di realizzare nei tempi previsti dal Pnrr il raddoppio, salvo poi scoprire che comunque non verranno rispettati nonostante siano stati individuate le risorse nel fondo europeo di coesione e sviluppo.

I fatti si commentano da soli. Ma noi vogliamo parlare di cose concrete, di quanto sono importanti le opere strategiche per il nostro Paese – che non comprendono il Ponte sullo Stretto di Messina – e quanto sia cruciale sfruttare il Pnrr.

LO STATO DELL’ARTE DELLE INFRASTRUTTURE NECESSARIE AL PAESE

Da una mappatura delle opere necessarie al Paese condotta da Uniontrasporti, risulta un totale di 516 progetti. Di questi, 247 sono identificati come «priorità livello 1». Delle 247 priorità, 50 sono inserite nel Pnrr con un investimento complessivo di 85,5 miliardi di euro e 45 risultano tra quelle affidate a un Commissario straordinario di governo. Dei 247 interventi prioritari, il 39 per cento riguarda le regioni del Mezzogiorno, il 21 per cento quelle del Nord Est, un altro 21 per cento quelle del Centro e il 19 per cento quelle del Nord Ovest.

Il sistema viario è il più coinvolto: il 44 per cento delle priorità interessa questa via di transito, il 33 per cento riguarda invece il sistema ferroviario, il 6 per cento quello portuale, ancora, il 6 per cento quello interportuale e il 5 per cento quello aeroportuale.

Il restante 6 per cento è relativo al sistema idroviario, ciclabile e alla governance. Gli interventi relativi al sistema viario e ferroviario assorbono oltre il 90 per cento del valore economico complessivo, mentre i nodi (porti, interporti e aeroporti) si fermano a 11,5 miliardi di euro (5 per cento). Il valore degli interventi prioritari per rilanciare il Mezzogiorno supera i 90 miliardi di euro, di cui 57 dedicati al sistema ferroviario (Fonte Italia Oggi.it)