Tassa sul carbonio alla frontiera, così ho salvato l’acciaio italiano di qualità

Tassa sul carbonio alla frontiera

Gli Acciai Speciali di Terni (AST) rappresenta una realtà industriale strategica per l’Italia e per l’Europa e, soprattutto, per il territorio umbro. L’AST dà lavoro a 2.350 persone, considerando anche l’indotto. Il 15% del Prodotto interno lordo (Pil) della regione Umbria dipende dalla filiera siderurgica degli Acciai Speciali di Terni.

Già nel luglio scorso, la messa in vendita degli stabilimenti di Terni da parte della Thyssenkrupp ha sollevato tante perplessità. Perplessità rispetto le quali ho subito presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea, chiedendole di esprimersi sulla cessione. Ho sottolineato come la stessa proprietà, la casa madre tedesca Thyssenkrupp, rischia trasformarsi in concorrente sleale per l’azienda umbra, se non dovessero essere ceduti anche i centri di servizio commerciale.

Tassa sul carbonio alla frontiera, la Ue esclude gli acciai speciali dalla liste degli Ets

Mi sono ritrovata a dover difendere nuovamente AST, in occasione del lavoro svolto dalla Commissione europea in merito al regolamento sul Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alla Frontiera (Carbon Border Adjustement Mechanism, Cbam), parte del Green Deal, presentato lo scorso 14 luglio.

La bozza, inizialmente in circolazione, escludeva inspiegabilmente dall’elenco dell’Emissions Trading System (ETS, ovvero il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra) alcuni prodotti siderurgici, quali l’acciaio inox e gli acciai speciali, realizzati da AST.

Ho capito subito che l’esclusione di questi prodotti di alta qualità avrebbe causato un danno irreparabile. In base al Cbam, infatti, l’Unione europea impone dei dazi su tutti i beni importati dai paesi dove la regolamentazione ambientale è meno stringente e per realizzare i quali le imprese di fatto inquinano di più.

Inserire gli acciai inox e gli acciai speciali nella lista dell’Ets europeo costituisce una garanzia. In base alla normativa europea, infatti, questi prodotti sono considerati sostenibili; sono protetti dalla concorrenza di Stati terzi grandi inquinatori e diventano beni strategici per l’Unione europea che nel frattempo penalizza le importazioni dannose per l’ambiente. La loro esclusione invece avrebbe esposto l’AST di Terni alla concorrenza straniera, al rischio della delocalizzazione e del dumping ambientale.

 

 

 

Tassa sul carbonio alla frontiera, il mio appello alla Commissione europea contro l’esclusione

La decisione della Commissione europea ha sollevato le preoccupazioni di molti all’interno del Parlamento europeo. Ho così deciso di inviare una lettera alla presidente von der Leyen, al vice presidente Frans Timmermans, al commissario all’Economia, Paolo Gentiloni e all’Energia, Kadri Simson, per chiedere di rivedere una scelta che avrebbe senz’altro creato un danno irreparabile all’Italia e all’Unione europea. La missiva è stata firmata da tutta la delegazione del MoVimento 5 Stelle e da altri 8 eurodeputati italiani di tutti i gruppi politici.

«Le nuove regole europee devono valere per tutti i prodotti siderurgici, altrimenti rischieremmo, per la produzione italiana, la crisi perfetta; viste le difficoltà già riscontrate a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime».

«La produzione italiana non può essere considerata di serie B, così come l’inquinamento prodotto dalle nostre acciaierie non è di seconda categoria», ho dichiarato rivolgendomi alla Commissione Ue.

Per produrre l’acciaio è necessario consumare un grande quantitativo di energia, pensiamo solo agli altiforni e al raffreddamento. In questi anni, l’AST ha investito nella sostenibilità e ha ridotto la propria impronta carbonica. Nulla a che vedere con prodotti provenienti da altri Stati non Ue, compresi quelli asiatici, dove finora la legislazione ambientale resta meno stringente di quella italiana ed europea.

 

Tassa sul carbonio alla frontiera, il futuro europeo con il  Fit for 55

La legislazione europea sull’ambiente si rafforzerà ulteriormente grazie al pacchetto Fit for 55. Esso racchiude le proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal. Quali la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 e la neutralità carbonica entro il 2050.

Anche grazie alla mia lettera, la versione ufficiale del regolamento Cbam ha incluso i prodotti siderurgici inox e speciali. Una scelta che ha messo al sicuro la filiera italiana e umbra.

È con convinzione che ho portato avanti l’iniziativa. Sconcertata dalla possibilità che la Commissione europea potesse assumere una posizione così lontana dalla logica del Green Deal.

Il mio obiettivo resta quello di salvaguardare l’AST di Terni, fiore all’occhiello italiano ed europeo. I prodotti e la produzione di qualità, se proiettata verso la sostenibilità e la transizione energetica, devono essere tutelati a ogni costo. Nell’interesse del nostro Paese e dell’Unione europea.