Tirocini gratuiti. La parola fine grazie a una legge europea

tirocini gratuiti

Mentre il governo Meloni conferma la sua contrarietà al salario minimo, in Europa compiamo dei passi in avanti per garantire più diritti e più tutele ai lavoratori e alle lavoratrici. Al Parlamento europeo le destre hanno assunto una posizione ambigua e contraddittoria sui tirocini così come sul salario minimo. In Italia, infatti, stanno continuando ad alzare le barricate o peggio ancora a ignorare del tutto determinati problemi che pesano oggi più che mai sul mercato del lavoro.

Ricordo sempre che la legge Lavoro non accenna neppure lontanamente ai tirocini gratuiti o pagati con rimborsi spese ridicoli. Una mancanza grave in un Paese dove centinaia di migliaia di giovani ogni anno svolgono un periodo di tirocinio o di stage, il più delle volte gratuitamente e senza garanzie di tutoraggio, a costo anche di enormi sacrifici economici da parte delle famiglie.

PERCHÈ ANDARE FINO IN FONDO?

I tirocini gratuiti, quelli che non garantiscono una adeguata formazione professionale o la permanenza dei ragazzi e delle ragazze nel mercato del lavoro sono un enorme ostacolo al rilancio del lavoro di qualità in Italia. Non ci stupisca allora che tra le principali cause del grande esodo dal nostro Paese verso altri Stati europei o extra europei ci siano anche stage e tirocini che non preparano al lavoro, non pagati o pagati pochissimo e infine nessuna prospettiva di inserimento lavorativo.

Nella scorsa Plenaria del Parlamento europeo, è stata approvata una mia proposta per mettere al bando i tirocini gratuiti; proposta confluita in una iniziativa legislativa non vincolante che intende rafforzare nel mercato unico europeo la formazione professionale dell’industria 4.0. Nello stesso testo sono orgogliosa che sia confluita anche la mia proposta di una legge europea sui tirocini di qualità per dare ai giovani tutele sociali al pari degli altri lavoratori; un salario minimo che consenta di combattere il dumping e i casi di abuso da parte dei datori, permettere a tutti di potere svolgere un periodo di stage, anche come fuori sede, infine, garantire un tutoraggio costante ed adeguato.

MISMATCHING IN CRESCITA

Da anni i tirocini gratuiti sono un enorme problema per centinaia di migliaia di giovani italiani. La spia di un mercato del lavoro che, purtroppo, offre sempre meno opportunità e alimenta il fenomeno del mismatching. Fenomeno in crescita che il governo Meloni liquida addossando la colpa ai ragazzi e alle ragazze.

Sono sempre più evidenti invece le difficoltà delle imprese e delle pubbliche amministrazioni nel reperire e assumere lavoratori e lavoratrici adeguatamente formati ovverosia con le competenze richieste e necessarie. Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro ha superato il 40% al punto che nello scorso anno per quasi due milioni di assunzioni le imprese hanno riscontrato difficoltà nel trovare personale adatto, circa 600mila in più rispetto al 2021, ma quasi il doppio (1 milione) di quanto evidenziato prima della pandemia.

Allo stesso modo capita sempre più spesso che lavoratori e lavoratrici, pur avendo competenze elevate, sono costretti e costrette a svolgere mansioni per le quali non occorre possederle e a condizioni salariali inaccettabili. Una condizione che giustifica anche la scelta delle dimissioni e contribuisce in determinati contesti economici e produttivi a un turn over elevato.

ABUSI, SFRUTTAMENTO E NUOVE DISUGUAGLIANZE DA FERMARE

Ma se l’incontro tra domanda e offerta di lavoro è sempre più difficile, lo dobbiamo anche a decenni di abusi, assenza di controlli ma soprattutto a norme poco chiare su stage e tirocini e più in generale sulla formazione professionale che rendono oggi l’accesso al mercato del lavoro una vera e propria corsa a ostacoli.

Stage e tirocini, nati per permettere ai giovani e giovanissimi di acquisire competenze, anche molto specifiche, nella realtà, sono diventati veri e propri strumenti di sfruttamento che incastrano, a volte per anni, il nostro miglior capitale umano in una spirale di precarietà dalla quale non è facile uscire. In Italia, non conosciamo neppure il numero esatto di chi svolga uno stage e un tirocinio. I dati più aggiornati riferiti al 2021, calcolano 336 mila tra stagisti e tirocinanti, ma il numero è probabile che sia sottostimato.

La battaglia sui tirocini di qualità è stata per me cruciale in questi anni di lavoro al Parlamento europeo e voglio che resti centrale anche nella prossima legislatura perché si arrivi, così come è stato per il salario minimo, ad una direttiva europea utile a combattere una pesante ingiustizia sociale e a contrastare dannose disparità.

Mi assumo a partire da oggi questo impegno per gli anni avvenire convinta che una Nuova Europa con una dimensione sociale più forte sia possibile.

 

Ho già raccontato gli enormi passi in avanti compiuti sulle politiche del lavoro durante l’attuale legislatura ma la strada è lunga, e vanno sanate tutte le storture esistenti che stanno avvelenando il lavoro.

LO STOP AI TIROCINI GRATUITI, UNA FONDAMENTALE BATTAGLIA SOCIALE 

In questo senso, vi invito a riflettere se queste destre che in tante occasioni hanno dimostrato di non volersi impegnare seriamente per una Europa sociale e che puntano a conquistare la maggioranza in Parlamento nel 2024, possano essere garanti di questa battaglia. Dico di no anche solo guardando alle scelte del governo Meloni in materia di lavoro. La maggioranza è allo sbando. Le destre sanno solo urlare o propagandare assurdità prive di fondamento e di un riscontro nella realtà. Ma zero proposte concrete contro il lavoro povero, la precarietà o l’emorragia di giovani in fuga dal nostro Paese.

Sono convinta che le destre italiane ed europee oggi continuino a perseguire una idea di lavoro lontana anni luce da quella del lavoro di qualità e dignitoso. Ciononostante la crisi del 2008, la pandemia e ora l’inflazione e il conflitto. La loro impostazione è legata al liberismo estremo e all’idea che si possa lavorare gratuitamente e che non né ingiusto né assurdo essere costretti a farlo. Credo invece che garantire stage e tirocini di qualità rappresenti un altro importante tassello per costruire un mercato del lavoro sano e inclusivo, adeguato alle sfide che ci attendono. Dove si valorizzi e s’investa in modo intelligente sulla formazione professionale e sul capitale umano.